L’ABI ha deciso: banche non chiuderanno, ma in filiale solo per casi urgenti
Niente chiusura totale delle banche che continueranno ad accogliere i clienti ma solo per casi urgenti. Il Comitato esecutivo dell’ABI ha condiviso che la situazione nelle aree caratterizzate da un elevatissimo livello di contagio, pur senza essere qualificate come “zone rosse”, richiedano l’adozione di misure straordinarie ed eccezionali per la tutela delle persone con il massimo senso di responsabilità.
Il comitato esecutivo dell’ABI ha approvato unanimemente un documento che consiste anche nella lettera del Presidente Antonio Patuelli ai Segretari Generali FABI, FIRST-CISL, FISAC-CGIL, UILCA, Unità Sindacale Falcri Silcea Sinfub. Patuelli rimarca che in aggiunta ai piani in corso di realizzazione di riduzione dell’operatività delle reti fisiche correlati all’emergenza sanitaria, le banche si impegnano ad adottare tutte le misure idonee a limitare l’accesso alle filiali da parte di clientela ai soli casi delle operazioni urgenti non realizzabili attraverso i canali remoti e gli sportelli automatici che offrono amplissime operatività, così da poter ridurre ulteriormente e drasticamente la presenza delle colleghe e dei colleghi all’interno delle stesse e ridurre il rischio di contagio. Nel contempo il personale presente – nel rispetto di tutte le prescrizioni igieniche sanitarie – assicurerà alla clientela l’erogazione dei servizi essenziali che non possono essere soddisfatti attraverso i canali “remoti” e gli sportelli automatici, attraverso anche l’attenta gestione del relativo accesso fisico alla filiale.
I sindacati avevano richiesto la chiusura delle banche per 15 giorni. Le modalità straordinarie decise dall’ABI si avvicinano molto a quelle attuate da Intesa Sanpaolo con l’accesso alle filiali che dal 17 marzo è permesso solo su appuntamento per operazioni urgenti non gestibili a distanza.