COVID-19: tonfi Pil Usa, Europa e Cina fino a -5%. Da Goldman Sachs a Morgan Stanley e S&P alert recessione globale
Il coronavirus finirà per scatenare una recessione globale? La risposta è affermativa per gli economisti di Morgan Stanley, che parlano di recessione globale come del loro “scenario di base”, senza prevedere tuttavia un rallentamento della stessa portata di quello provocato dalla crisi finanziaria esplosa più di un decennio fa. Parla da solo il titolo della nota degli analisti di S&P: “COVID-19 Macroeconomic Update: The Global Recession Is Here And Now”, ovvero, la “recessione globale è qui e ora”.
“I nostri economisti ci dicono che prevedono ora una crescita del Pil, nel 2020, di appena l’1-1,5%, con i rischi che rimangono decisamente al ribasso.La volatilità continua a tenere in ostaggio i mercati: Wall Street apre con la voglia di rimbalzo, per poi azzerare i guadagni, con l’indice Dow Jones che buca anche la soglia di 20.000 punti per la prima volta da febbraio del 2017”
Per l’economia di tutto il mondo, si teme ormai il peggio. Nel report di Morgan Stanley stilato dagli economisti del team di Chetan Ahya, il Pil globale è visto crescere dello 0,9% nel corso di quest’anno. Si tratta di un trend peggiore di quello del 2001 e sufficientemente debole da certificare l’avvento di una recessione globale. Il ritmo di crescita stimato è comunque migliore della contrazione dello 0,5% sofferta nel 2009.
“Sebbene la risposta dei politici fornirà una protezione contro la crisi, il danno derivante sia dall’impatto del COVID-19 che dalle condizioni finanziarie più rigide provocherà uno shock significativo all’economia globale”, hanno detto gli economisti. La Cina, secondo gli esperti del colosso bancario Usa, farà fronte al danno economico peggiore nel primo trimestre, mentre per il resto del mondo il peggio arriverà nei tre mesi successivi. In particolare, il Pil cinese dovrebbe crollare del 5% nel primo trimestre, mentre l’area euro dovrebbe soffrire più di tutte le economie dei paesi avanzati, con una contrazione del 5% nel corso dell’anno. La banca calcola che il tasso di interesse globale, in media, si attesterà allo 0,48% dopo che la Federal Reserve ha tagliato i tassi benchmark a zero, nel corso di questa settimana. Si tratta di un valore inferiore a quello della crisi finanziaria, che probabilmente scenderà ulteriormente, visto che Morgan Stanley calcola che saranno 25 le banche centrali che avranno tagliato i tassi entro il terzo trimestre (dell’anno) rispetto al mese di gennaio.
Gli economisti temono che l’outlook potrebbe essere anche peggiore se l’effetto del virus sull’economia durasse più di quanto previsto e se i mercati finanziari, soprattutto quelli del credito, si paralizzassero. Se il virus dovesse interrompere l’attività (economica) anche nel terzo trimestre, allora sarebbe possibile anche una recessione ancora più profonda.
Tornando all’outlook di S&P, il responsabile economista di S&P Global, Paul Gruenwald fa notare che “i primi dati (macro( provenienti dalla Cina suggeriscono che l’economia del paese è stata colpita in modo più forte di quanto atteso, sebbene sia iniziata anche una fase preliminare di stabilizzazione. L’Europa e gli Stati Uniti stanno seguendo un iter simile, dal momento che le maggiori restrizioni sui contatti tra le persone lasciano presagire un collasso della domanda, che trascinerà nettamente al ribasso l’attività economica del secondo trimestre, prima che una ripresa inizi alla fine dell’anno”.
“Dal nostro ultimo aggiornamento, che risale al 3 marzo scorso, la diffusione del coronavirus ha accelerato il passo, e il suo impatto economico è peggiorato in modo notevole. I dati economici sono ancora scarsi (per valutare le conseguenze del virus), ma i tanto attesi dati arrivati dalla Cina e relativi ai mesi di gennaio e febbraio sono stati decisamente peggio di quanto temuto”. Detto questo, sembra che “la diffusione del virus, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato pandemia lo scorso 11 marzo, si stia stabilizzando in Asia. Tuttavia, le continue restrizioni sui contatti uomo a uomo in Europa e negli Stati Uniti hanno messo in ginocchio i mercati, a fronte di una crescita dell’avversione al rischio e alla forte revisione al ribasso delle stime sull’attività economica, gli utili, la qualità del credito”.
Gli economisti di S&P ricordano le azioni che le banche centrali hanno intrapreso e stanno continuando a rafforzare, ma fanno notare allo stesso tempo che “le condizioni finanziarie si stanno irrigidendo per la maggior parte dei partecipanti al mercati” , a fronte di una risposta da parte delle autorità fiscali che è rimasta indietro, e che ora si sta però attivando. Il barlume di speranza è rappresentato dalla Cina, che si presenta ora come il modello che mostra come “la diffusione del virus si possa stabilizzare e come la società possa ritornare alla normalità”. Tuttavia, come la Cina dimostra, “le restrizioni potrebbero essere tolte molto più lentamente rispetto a quanto inizialmente pensato, visto che le preoccupazioni sulla salute dei cittadini persistono”.
Non dimentichiamo l’outlook degli economisti di Goldman Sachs che, nelle ultime ore, hanno tagliato le stime sul Pil Usa, prevedendo una forte contrazione dell’attività economica Usa per i giorni rimanenti di marzo e per tutto il mese di aprile.
Motivo: “il timore del virus porta i consumatori a continuare a tagliare le spese per i viaggi,l’intrattenimento e i ristoranti. Le interruzioni nelle catene di approviggionamento che stanno emergendo e il recente irrigidimento delle condizioni finanziarie assesteranno un altro colpo alla crescita. (..) Prevediamo una crescita del Pil su base reale dello zero per cento nel primo trimestre (dal +0,7% stimato in precedenza), una contrazione del 5% nel secondo trimestre (dallo zero), una espansione del 3% nel terzo trimestre (dal +1% precedente), e del 4% nel quarto trimestre” con ulteriori forti rialzi (del Pil) a inizio 2021. Questo porta a rivedere al ribasso le nostre previsioni per il Pil del 2020 dal +1,2% precedente al +0,4%”.