Ftse Mib chiude a +0,91% grazie alle utility. Tonfo per Amplifon e Juve
Chiusura in rialzo per il Ftse Mib che ha guadagnato lo 0,91% a 21.946 punti. Impennata di Enel (+5,73% a 8,20 euro) e delle altre utility (+3,75% Snam, +4,5% Terna) dettata dai nuovi minimi dei tassi con il Treasury a 10 anni statunitense sceso per la prima volta sotto il muro dell’1% dopo il taglio di 50pb dei tassi da parte della Fed. Anche in Europa i tassi vi riportano verso i minimi storici.
Tra i titoli di Piazza Affari ribasso del 4,3% per Banco BPM reduce dal tracollo di oltre l’8% della vigilia a seguito della presentazione del nuovo piano al 2023. Le previsioni al 2023 sono state accolte con freddezza dal mercato e a questo si aggiungono le pressioni al ribasso sulle banche dovute alla prospettiva di tassi di interesse ancora più bassi che peseranno sulla marginalità. “Anche se non sono state fornite guidance di breve né per l’utile né per il dividendo per azione (ma solo un obiettivo di 800 milioni di cash dividend cumulati) la reazione del titolo di ieri è eccessiva perché alcuni punti di debolezza del piano sembrano in parte ridimensionati” afferma Equita.
Molto male anche Unicredit e Bper, entrambe scese di oltre il 2,5%.
Tonfo del 4,21% per Amplifon che ha chiuso il 2019 con ricavi consolidati pari a 1.732.1 milioni di euro, in crescita del 27,1% a cambi correnti e del 26,1% a cambi costanti rispetto al 2018. L’ebitda su base ricorrente risulta pari a 301,2 milioni di euro, in aumento del 28,8%, con un’incidenza sui ricavi pari al 17,4%, in miglioramento di 20 punti base rispetto al 2018, anche dopo il consolidamento di GAES. L’utile netto è pari a 132,7 milioni di euro, in aumento del 23,9% rispetto al 2018.
In calo del 3,35% il titolo Juve che paga l’attesa per il nuovo decreto del governo per l’emergenza coronavirus che dovrebbe contenere anche l’obbligo di giocare a porte chiuse fino al 20 marzo.