Russia: Regno Unito sanziona Roman Abramovich. Vendita del Chelsea sospesa
Schiaffo al magnate russo Roman Abramovich, sotto i riflettori per la vendita del Chelsea, dal Regno Unito di Boris Johnson. Nella giornata di oggi Londra ha annunciato la decisione di congelare gli asset di altri magnati russi, tra cui Abramovich che all’inizio di marzo, dopo l’invasione dell’Ucraina dalla Russia di Vladimir Putin del 24 febbraio, aveva confermato i rumor di mercato, annunciando con un comunicato la decisione di mettere in vendita la squadra di calcio.
Il magnate aveva aggiunto anche di aver dato istruzioni al suo team per creare una fondazione di beneficenza che raccogliesse tutti i proventi che sarebbero arrivati dalla vendita, a favore di tutte le vittime dell’Ucraina. Propositi più che nobili, che si sono scontrati però oggi con la decisione di Londra di congelare gli asset di diversi uomini di affari russi.
Il premier britannico Boris Johnson ha commentato le sanzioni sottolineando che “non ci possono essere rifugi sicuri per chi ha sostenuto l’assalto feroce di Putin all’Ucraina”.
Gli altri businessmen russi colpiti dalle sanzioni UK sono Igor Sechin, Oleg Deripaska, Andrey Kostin, Alexei Miller, Nikolai Tokarev e Dmitri Lebedev.
Compaiono dunque anche i nomi di Igor Sechin, stretto alleato di Vladimir Putin, suo vice di fatto, ceo del colosso petrolifero Rosneft, quello di Oleg Deripaska, che detiene una partecipazione nell’azienda idroelettrica russa En+ Group, e di Dmitri Lebedev, presidente del cda di Bank Rossiya.
Chelsea: vendita sospesa, cosa succederà ora alla squadra?
Cosa succederà ora al Chelsea, appena messo in vendita? Succede che, come ha riportato il Guardian, la vendita è stata bloccata, visto che gli asset di Roman Abramovich sono stati congelati.
Stop al processo di vendita, che negli ultimi giorni era stato accompagnato da diverse indiscrezioni di mercato. Indiscrezioni che erano state riportate in particolare da Sky Sports e che avevano indicato la presenza di ben 10 potenziali interessati all’acquisto della squadra di calcio; in particolare, le banche d’affari che stavano lavorando alla vendita avevano parlato di un interesse proveniente soprattutto dagli Stati Uniti, stando a quanto aveva riferito il giornalista Kaveh Solhekol.
L’articolo aveva messo in evidenza come diverse squadre di calcio britanniche fossero state rilevate negli ultimi 20 anni da magnati russi, cinesi e del Medio Oriente, ma come il trend fosse – sia tuttora – cambiato, con i controlli lanciati dal governo cinese sugli investimenti stranieri e, ovviamente, con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Molto era stato scritto in generale anche riguardo alla cifra chiesta da Roman Abramovich: 3 miliardi di sterline, oltre delle condizioni apposte a che la transazione andasse a buon fine:
il club avrebbe dovuto essere venduto a un individuo o una società che avesse portato avanti la sua politica di investimenti, rinnovando il Stamford Bridge o costruendo un nuovo stadio. Qualcuno aveva però avvertito come la somma chiesta fosse troppo alta e come probabilmente il magnate sarebbe stato costretto ad accettare una cifra decisamente inferiore.
Già nei giorni scorsi la ministra degli esteri UK Liz Truss aveva manifestato il desiderio di colpire con le sanzioni anche Abramovich ma il National Crime Agency aveva indicato la necessità di raccogliere le prove di un collegamento tra lui e il presidente Vladimir Putin prima di agire. Evidentemente, queste prove sono state ora raccolte. Ma che succede ora al Chelsea? La risposta l’ha data via tweet la ministra britannica dello sport Nadine Dorries @NadineDorries, in una serie di tweet:
“L’attacco di Putin contro l’Ucraina continua, e di ora in ora assistiamo a nuovi livelli di malvagità. Oggi il governo ha annunciato ulteriori sanzioni contro individui legati al governo russo. Di questa lista fa parte Roman Abramovich, proprietario del Chelsea Football Club”.
“La nostra priorità – prosegue il thread – è riconoscere la responsabilità di chi ha contribuito al regime di Putin. Le sanzioni di oggi ovviamente hanno un impatto diretto sul Chelsea e suoi suoi tifosi. Stiamo lavorando duramente per fare in modo che sia la quadra che il campionato nazionale non vengano inutilmente colpiti da queste importanti sanzioni”.
Ancora la ministra: “Per assicurare che la squadra possa continuare a competere e a operare stiamo emanando una licenza speciale che consentirà che le partite vengano giocate, che i dipendenti vengano pagati e che chi ha già comprato i biglietti possa essere presente alle partite, mentre contestualmente e in modo deciso priviamo Abramovich della possibilità di trarre vantaggio dalla proprietà del club”.
“Sono consapevole del fatto che questa situazione provoca incertezza, ma il governo lavorerà con la lega calcistica e con le squadre per consentire che il calcio venga giocato, mentre ci assicuriamo che le sanzioni colpiscano gli interessati. Le squadre di calcio sono asset culturali e il fondamento delle nostre comunità. Ci impegnamo a proteggerle“.