Wall Street: veloce peggioramento sentiment con nuovi rumor embargo petrolio russo. Brent e WTI schizzano di oltre +5%
Wall Street poco mossa, si smorza il tono positivo sostenuto dai guadagni delle borse europee, che sono scattate dopo le indiscrezioni riportate da Bloomberg, secondo cui l’Ue sarebbe prossima a presentare un piano per l’emissione congiunta di bond su larga scala, per finanziare le spese di energia e difesa. Bruxelles starebbe valutando questa opzione in risposta alla minaccia russa di chiudere i rubinetti di petrolio e gas e a fronte della guerra tra la Russia e l’Ucraina.
A raffreddare di nuovo il sentiment è stata l’indiscrezione, riportata sempre da Bloomberg, secondo cui gli Stati Uniti sarebbero pronti ad annunciare già oggi la decisione di imporre il divieto alle importazioni di petrolio russo, gas naturale e carbone dalla Russia. I prezzi del petrolio accelerano al rialzo, con il WTI che balza di oltre il 5% a $125,77 al barile e il Brent che fa +5,44% a 129,91.
Il timore di un embargo di Stati Uniti ed Europa sul petrolio e gas della Russia ha portato ieri il WTI a schizzare fino al record degli ultimi 13 anni, a $130, e il Brent a $139,13, al massimo dal luglio del 2008. Secondo Bloomberg, la decisione Usa sarebbe stata presa in consultazione con gli alleati europei, che però non si uniranno a tale sanzione.
Alle 16 circa ora italiana il Dow Jones perde lo 0,12% attorno a 32.778 punti; lo S&P 500 cede lo 0,15% a 4.194, il Nasdaq arretra dello 0,40% a 12.781.
Wall Street è reduce dal forte sell off della vigilia, che ha visto lo S&P 500 capitolare di quasi il 3%, in quella che è stata la sessione peggiore in più di un anno, dall’ottobre del 2020. Il Dow Jones è precipitato di quasi 800 punti, scendendo per la quinta sessione consecutiva, mentre il Nasdaq Composite ha ceduto il 3,6%, scivolando in mercato orso, in quanto a un valore inferiore rispetto al record di sempre testato a novembre del 20%.
Sullo sfondo il sentiment rimane negativo.
“Sembra non esserci alcuna dimostrazione di progressi in Ucraina e la retorica di Washington continua a diventare più dura – ha commentato alla Cnbc Cliff Hodge, responsabile degli investimenti presso Cornerstone Wealth – Sebbene sia impossibile sapere quando sarà toccato il fondo, da un punto di vista del rapporto tra rischio e premio, il mercato si sta comportando in modo molto ragionevole”.
La paura del rischio stagflazione è confermata dal trend dei tassi sui Treasuries Usa, con quelli decennali che scattano all’1,86%. Particolare attenzione sarà data dagli investitori alla pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo Usa di febbraio, che sarà pubblicato dopodomani.