Piazza Affari, exploit neo-quotate e calo di capitalizzazione: i dati di Intermonte e Polimi
Una ricerca ha letteralmente passato ai raggi X l’andamento di Piazza Affari negli ultimi anni, evidenziando l’ottima performance delle neo-quotate e un preoccupante calo di capitalizzazione. I dati sono emersi dala sesta edizione dei “Quaderni di ricerca Intermonte”, studi sul mercato azionario realizzati con cadenza annuale in collaborazione con la School of Management del Politecnico di Milano. Quest’anno, la ricerca: “Sliding Doors: il flusso di listing e delisting sul mercato azionario di Borsa Italiana (2002- 2021)” ha proposto un’analisi inedita del flusso di imprese che sono entrate e uscite dai listini di Borsa Italiana negli ultimi 20 anni.
Partiamo dalla nota positiva. Sono 300 le imprese italiane entrate in Borsa dal 2012 al 2021 (63 su listino principale e 237 su EGM, ex AIM Italia). Se guardiamo alla performance operativa di tali imprese, si osserva un aumento del volume d’affari sia prima sia dopo la quotazione; il valore medio del CAGR dei ricavi sul periodo è +12,0% per il listino principale, +23,3% per EGM. Per quanto riguarda la performance di mercato, nell’arco dei dieci anni si osserva un rendimento assoluto mediamente positivo sia per il listino principale (si arriva a +31,7% dopo 3 anni) sia per EGM (+20,0%). Al netto del rendimento dell’indice di mercato, si evidenzia che le ‘matricole’ di MTA/EXM sui 3 anni successivi rendono in media il 22,6% in più, mentre quelle del listino non regolamentato conseguono un rendimento differenziale pari a +6,2%.
Le note dolenti invece riguardano la capitalizzazione. Nonostante un saldo positivo tra listing e delisting, Piazza Affari ha perso €55 miliardi di capitalizzazione negli ultimi 5 anni. I dati mostrano che nel corso degli ultimi 20 anni le ammissioni a Piazza Affari sono state 448, mentre i delisting sono stati 336 di cui ben 268 sul listino principale (EXM, già MTA), che ne ha guadagnate ‘solo’ 185; per contro il mercato non regolamentato per le PMI (EGM, già AIM Italia, che conta oggi ben 174 società quotate) ha attratto 263 imprese quotate e ha visto solo 68 cancellazioni. Si è quindi osservato un trend di costante arretramento del numero di società quotate dal listino principale, a fronte di una forte crescita del segmento non regolamentato.
I delisting hanno causato una importante perdita di capitalizzazione per Piazza Affari, superiore, negli ultimi 5 anni, a € 55 miliardi – “mangiandosi” quasi un quarto della crescita dei corsi azionari dello stesso periodo. In particolare, fra il 2017 e il 2021, sono ben 105 le emittenti che hanno dato l’addio a Piazza Affari. Al 31.12.2021 in Italia il rapporto fra capitalizzazione di mercato e PIL era del 43,8% (vs 218,2% USA; 102,0% UK; 107,6% Francia; 59,4% Germania).