Debito pubblico scende, ma nei primi mesi 2020 potrebbe sfondare i 2.500 mld
Ritraccia il debito pubblico italiano che rimane comunque a ridosso dei picchi storici dell’estate 2019. A novembre il debito pubblico dell’Italia si è attestato a 2.444,6 miliardi, in diminuzione di 2,2 miliardi rispetto al mese precedente. Bankitalia rimarca in una nota che il calo è dovuto all’avanzo di cassa (1,6 miliardi), agli effetti degli scarti/premi all’emissione/rimborso e della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e in valuta (che hanno determinato complessivamente una riduzione del debito di 0,5 miliardi) e, infine, alla lieve riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (0,1 miliardi, a 55,4 miliardi).
Il massimo storico è quello registrato a luglio (2.466 miliardi di euro).
Il debito delle Amministrazioni centrali è diminuito di 2,1 miliardi e quello delle Amministrazioni locali di 0,1 miliardi; il debito degli Enti di previdenza è rimasto pressoché invariato.
A novembre le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 42,3 miliardi, in aumento dell’8,5 per cento (3,3 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2018; l’aumento risente dei versamenti in autoliquidazione dei contribuenti soggetti agli Indici sintetici di affidabilità fiscale, la cui scadenza era stata prorogata all’autunno. Nei primi undici mesi del 2019 le entrate tributarie sono state pari a 386,5 miliardi, in aumento del 2,1 per cento (7,9 miliardi) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Gli esperti si attendono un nuovo strappo al rialzo nei primi mesi del 2020 con possibile aggiornamento dei record storici. Mazziero Research settimana scorsa aveva previsto un debito pubblico sostanzialmente stabile a novembre e poi un prevede un forte calo a dicembre: 2.420 miliardi. Debito che però riprenderà a crescere con vigore a inizio anno e salirà sino a giugno tra 2.471 e 2.498 miliardi.