Rischi per le aziende? Minacce cyber per la prima volta le più temute, i cambiamenti climatici avanzano
Sono le minacce informatiche i rischi che fanno tremare di più le aziende di tutto il mondo, dopo anni di dominio della ‘interruzione dell’attività’. Sarà perché sono diventati più costosi e più pericolosi (con le tecniche che si sono affinate) e si traducono spesso in cause legali e contenziosi, fatto sta che per la prima volta i rischi informatici sono percepiti dalle aziende come il principale rischio a livello mondiale.
A tracciare un quadro completo sul tema è la nona edizione del sondaggio annuale di Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS) sui principali rischi aziendali, che ha avuto una partecipazione record con più di 2.700 esperti provenienti da oltre 100 paesi. In vetta alla classifica si piazzano i rischi informatici (39% delle risposte), scalzando in seconda posizione l’interruzione di attività (Business interruption, BI) con il 37% delle risposte. Oltre a essere il primo rischio a livello globale, quello degli incidenti informatici è tra i primi tre rischi in molti dei paesi esaminati; in Austria, Belgio, Francia, India, Sudafrica, Corea del Sud, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti si colloca proprio al primo posto. Snocciolando qualche dato una grande violazione dei dati – che compromette, ovvero, più di un milione di dati – costa oggi in media 42 milioni di dollari, con un aumento dell’8% rispetto all’anno precedente.
Ancora a livello globale, crescono i cambiamenti nella legislazione e nella regolamentazione (n° 3 con il 27%) e il cambiamento climatico (n° 7 con il 17%). In particolare sono soprattutto la guerra commerciale USA-Cina, la Brexit e il riscaldamento globale le preoccupazioni crescenti per aziende e nazioni.
C’è l’ampio capitolo ‘climate change’, argomento sulla bocca di tutti, che non è mai stato così in alto nella classifica dell’Allianz Risk Barometer: le aziende sono più preoccupate per le perdite dovute a eventi meteorologici estremi, ma temono anche le critiche dei consumatori e le crescenti azioni legali e le trasformazioni normative. È, inoltre, tra i primi tre rischi percepiti nella regione Asia-Pacifico secondo gli intervistati in Australia, Hong Kong, India e Indonesia.
La crescita del livello dei mari, l’aumento della siccità, le tempeste sempre più violente e le inondazioni massicce rappresentano, infatti, una minaccia per le fabbriche e le altre risorse aziendali, nonché per i collegamenti e le infrastrutture di trasporto e di energia che legano tra loro le supply chain. Inoltre, le aziende sono preoccupate per gli impatti operativi (37%), come la delocalizzazione delle strutture, e per i potenziali impatti sul mercato e sulle normative (35% e 33%). Le aziende potrebbero doversi preparare, infine, a un maggior numero di controversie in futuro: contro i colossi del carbone sono già stati presentati molti ricorsi negli Stati Uniti e in altri 30 paesi di tutto il mondo.
E in Italia? Ecco i top 10 dei rischi
L’interruzione di attività, al primo posto con il 51% delle risposte, è il rischio maggiormente percepito dalle aziende italiane, seguita dai rischi informatici (49%, in crescita rispetto al 38% del 2019). Al terzo posto il danno reputazionale o d’immagine (29%), che nell’ultimo anno è avanzato di ben due posizioni superando le catastrofi naturali, quarte con il 20%. “La preoccupazione per la perdita di reputazione o di valore del marchio è diventata critica, ed è entrata a far parte, per la prima volta, dei primi tre rischi in Italia. Tuttavia, le interruzioni del business e i rischi informatici rappresentano ancora le principali preoccupazioni delle aziende italiane”, afferma Nicola Mancino, ceo di AGCS Italia.