Finanza Notizie Italia Riforma pensioni: quota 100 potrebbe diventare quota 102, ecco la misura allo studio del governo

Riforma pensioni: quota 100 potrebbe diventare quota 102, ecco la misura allo studio del governo

10 Gennaio 2020 15:24

Quota 100 via, al suo posto entra quota 102. L’anticipo pensionistico introdotto dal precedente governo, che prevede l’accesso alla pensione a 62 anni e 38 di anzianità contributiva, è in scadenza a fine 2021. Da qui il nuovo Esecutivo è al lavoro per evitare che, con la fine naturale della sperimentazione di quota 100, si innalzi in maniera troppo repentina l’età per il pensionamento. Da qui, tra le ipotesi al vaglio del governo c’è quella di alzare i requisiti per l’accesso in anticipo alla pensione a Quota 102.

Quota 102: in cosa consiste

A proporre l’introduzione di quota 102, i tecnici del Partito Democratico e l’esperto di previdenza di Centrodestra Alberto Brambilla. L’idea sarebbe quella di sostituire Quota 100 con Quota 102 il che significa che dal 2022 e fino al 2028, si potrebbe lasciare il lavoro e andare in pensione con 64 anni di età e 38 di contributi. In base alla proposta, chi aderisse a quota 102 dovrebbe accettare un ricalcolo contributivo della propria pensione che comporta una riduzione dell’assegno che può arrivare al 20-30 per cento.

Quota 102: quanto si risparmierà?

Con quota 100, nel 2021 si ipotizza di spendere 8,8 miliardi. Quota 102 costerebbe alle casse dello Stato 2,5 miliardi l’anno fino al 2028 e sarebbe meno gravoso della precedente riforma previdenziale. Le risorse risparmiate sostituendo Quota 100 con Quota 102 verrebbero poi utilizzate per il taglio del cuneo fiscale da circa 10 miliardi che il nuovo esecutivo si è prefissato.
Quota 102 per ora è solo un’ipotesi e si attendono ulteriori sviluppi per capire dove andrà a finire la misura. Nel frattempo altre proposte non mancano come quella avanzata dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, di “non fissare una età di uscita dal lavoro unica, ma di legare l’età di uscita al tipo di lavoro svolto”, in base anche al grado di logoramento psicofisico al quale ogni lavoratore viene sottoposto svolgendo una determinata professione per un determinato periodo di tempo