Teheran attacca target Usa in Iraq, mercati scontano venti di guerra. Oro a livelli record, bene titoli oil e difesa
La vendetta di Teheran contro l’America First di Donald Trump per l’uccisione del generale Qassem Soleimani non si è fatta attendere: nella notte italiana, missili balistici lanciati dal territorio iraniano hanno colpito alcuni target americani in Iraq.
Quindici missili, riporta la stampa iraniana, hanno colpito le basi irachene che ospitano militari Usa e anche italiani. Si tratta delle basi di Erbil (dove è presente per l’appunto un contingente italiano) e di quella di al-Asad.
Donald Trump ha rassicurato l’America con il consueto post su Twitter, con cui ha scritto: “All is well”, ovvero “va tutto bene!”
Peccato che la tv di stato iraniana abbia parlato con toni trionfalistici di 80 vittime, esattamente della morte di “80 terroristi americani“.La domanda è: sarà stato davvero così, visti i toni propagandistici di Teheran?
Forti le parole del leader religioso Ali Khamenei che, parlando da Qoms, e ricordando il generale Qassem Soleimani, capo delle forze Quds dei Guardiani della Rivoluzione, ha detto che “il suo martirio dimostra che la rivoluzione è viva”, di fronte a una folla che ha cantato “morte all’America”.
Riferendosi all’attacco missilistico, Khamenei ha aggiunto, di fronte a una folla in lacrime per la morte del generale che “la scorsa notte, abbiamo appena loro uno schiaffo in faccia“. Aggiungendo: “La vendetta e queste azioni militari non compensano quanto accaduto. Ciò che è importante è porre fine alla presenza degli americani” nella regione.
Non ci sarebbero invece vittime irachene, stando a quanto reso noto da Baghdad. Secondo l’ufficio di sicurezza della sede del premier iracheno, il raid è durato mezz’ora, a partire dall’1.45 am; 22 i missili lanciati, di cui 17 contro la base di al-Asad: di questi, due non sono riusciti a esplodere. Altri cinque missili hanno colpito il nord della città di Erbil. Sul numero delle vittime americane, che sarebbero per l’appunto 80, il corrispondente del Guardian in Medio oriente Michael Safi ha scritto che il bilancio “è quasi sicuramente non vero”. Dall’altro lato, ha aggiunto Safi, gli attacchi consentono a Teheran di cantare vittoria.
Iran state media claiming at least 80 US casualties in missile strikes. Doesn’t matter that it’s almost certainly not true – gives Iranian authorities a chance to beat their chest and claim victory, alleviating need for further strikes https://t.co/dH4Qk8xbPa
— michael safi (@safimichael) January 8, 2020
LA REAZIONE DEI MERCATI
Sul forex l’avversione al rischio rinfocolata dall’attacco iraniano contro target Usa in Iraq ha fatto da assist allo yen, considerato valuta rifugio per eccellenza insieme al franco svizzero. La moneta è salita al massimo degli ultimi tre mesi nei confronti del dollaro Usa, con il rapporto USD/JPY sotto pressione fino a JPY 107,74 yen per dollaro.
I futures sul Dow Jones sono crollati di oltre 400 punti a seguito della notizia, per poi arretrare di 343 punti, indicando una perdita di 365 punti all’avvio delle contrattazioni di Wall Street nella sessione odierna. I futures sullo S&P 500 e sul Nasdaq 100 sono scivolati di almeno l’1,3%. La borsa di Tokyo ha ceduto l’1,6% circa, scontando l’apprezzamento dello yen. In Asia i sell sono stati compensati comunque dal balzo dei titoli oil e del settore difesa. Alcuni titoli del comparto difesa, in particolare, sono volati di oltre +20%.
Piazza Affari sbanda anch’essa, scontando l’acuirsi delle tensioni geopolitiche.
Boom per le quotazioni di petrolio, con quest’ultimo balzato fino a +4%, per poi ridurre i guadagni. Il contratto WTI è volato fino a $65,65, al record dallo scorso aprile, mentre il Brent è balzato fino a $71,75, al massimo dallo scorso settembre.
Il contratto spot sull’oro è salito dell’1,25% circa a $1.593,79 l’oncia, dopo essere volato di oltre il 2% superando la soglia di $1.600. I futures sull’oro con consegna a febbraio sono saliti anch’essi di oltre +1%, a $1.595,1 punti.
“C’è il reale pericolo che questa situazione finisca per andare fuori controllo – ha commentato Alex Vatanka, professore presso il Middle East Institute – l’Iran aveva detto che avrebbe reagito e, in modi diversi, ci aspettavamo una ritorsione da parte di Teheran. Ma per esempio io stesso non pensavo che sarebbe arrivata in modo così veloce e con tanta furia”.
Così ha commentato la serie di attacchi il ministro della Difesa iraniano, Javad Zarif via Twitter:
“L’Iran ha adottato e concluso misure proporizionate di auto-difesa in base a quanto statuito dall’Articolo 51 del Capitolo dell’Onu, prendendo di mira quelle basi da cui sono stati lanciati in modo codardo attacchi armati contro i suoi cittadini e funzionari. Non cerchiamo l’escalation della guerra, ma ci difenderemo da qualsiasi aggressione”.
Iran took & concluded proportionate measures in self-defense under Article 51 of UN Charter targeting base from which cowardly armed attack against our citizens & senior officials were launched.
We do not seek escalation or war, but will defend ourselves against any aggression.
— Javad Zarif (@JZarif) January 8, 2020