Codacons: da Bipop-Carire a Parmalat e Lehman fino a Pop Bari in fumo oltre 45 MLD risparmi
Con il caso del bailout della Banca Popolare di Bari, il Codacons, associazione dei consumatori, ha aggiornato i numeri delle crisi bancarie italiane degli ultimi anni, rivelando che, dai crac bancari e finanziari degli ultimi anni sono risultate perdite per un valore di 45,4 miliardi di euro. L’associazione si mette in evidenza oggi anche per aver presentato l’esposto annunciato contro Bankitalia nel caso specifico dell’istituto pugliese.
Iniziamo prima con i numeri resi noti sulle crisi bancarie che, ha scritto il Codacons in una nota, hanno coinvolto 1,3 milioni di risparmiatori italiani, con perdite medie per 34.427 euro a investitore. Così, nello specifico, il comunicato:
“I crac bancari e finanziari degli ultimi anni, tra fallimenti e liquidazioni che si sono succeduti nel nostro paese e all’estero, hanno trascinato nel baratro oltre 1,3 milioni di risparmiatori italiani, i quali hanno visto andare in fumo complessivamente più di 45,4 miliardi di euro investiti in azioni, obbligazioni e titoli vari, con una perdita media di 34.427 euro a risparmiatore”.
Il Codacons, con il caso di Banca Popolare di Bari, ha aggiornato i conti dei principali default registrati a partire dall’anno 2000 e che hanno coinvolto le tasche degli italiani, cancellando i risparmi investiti.
Si parte con i casi Bipop-Carire, Argentina e Cirio che tra il 2001 e il 2002 hanno coinvolto complessivamente più di 500mila risparmiatori italiani, passando per gli scandali Parmalat (2003, 110mila investitori) e Lehman Brothers (2008, 100mila investitori), fino ad arrivare ai più recenti Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza (2016, oltre 206mila investitori coinvolti).
Banca Popolare di Bari ha bruciato fino ad oggi 1,5 miliardi di euro di risparmio dei 70mila soci attraverso l’azzeramento del valore delle azioni, e al momento non si conosce il destino dei 213 milioni di euro investiti dai piccoli risparmiatori in obbligazioni della banca.
Il conto totale per la collettività è abnorme: dal 2001 ad oggi più di 45,4 miliardi di euro di risparmi sono letteralmente andati in fumo, e solo una minima parte di tali investimenti è stata poi recuperata dai piccoli risparmiatori, con la beffa, per chi ha agito in giudizio, di dover pagare le tasse allo Stato attraverso il contributo unificato.
Ecco di seguito tutti i numeri del rapporto Codacons sui principali dissesti e fallimenti bancari e finanziari che hanno coinvolto i risparmiatori italiani dal 2000 ad oggi:
Altra notizia che vede protagonista Codacons, è la presentazione, nella giornata di oggi, dell’annunciato esposto contro Banca d’Italia sul caso della Popolare di Bari. Esposto inviato alle Procure della Repubblica di Bari e di Roma (nonché alle Procure di Teramo e Reggio Calabria) in cui si chiede non solo di accertare il ruolo avuto dall’ente di controllo nella grave situazione di crisi della banca, alla luce delle varie operazioni autorizzate e che hanno incrementato le difficoltà dell’istituto di credito, ma anche di disporre il sequestro dell’elenco dei debitori della Popolare di Bari, allo scopo di verificare a chi siano stati concessi prestiti, a quali condizioni e sulla base di quali requisiti.
Si legge nell’esposto del Codacons:
“La Banca d’Italia, nel lontano 2013, aveva evidenziato evidenti criticità nella gestione della banca pugliese. Ciò nonostante nulla è stato fatto per tutelare i risparmiatori e, anzi, sempre nel 2013 la stessa Banca d’Italia ha consentito alla Banca Popolare di Bari di acquisire Banca TERCAS ovvero la Cassa di Teramo, travolta da ingentissime perdite. Un investimento da 300 milioni di euro per un istituto, come quello pugliese, che già annaspava nei propri debiti, come aveva appena evidenziato la stessa Banca d’Italia. Ma v’è di più. Il 2015 si chiude, per l’istituto pugliese, con un bilancio che registra perdite (dichiarate) per 297 milioni di euro… eppure appena l’anno successivo viene consentito alla Popolare di Bari di acquisire la Banca Popolare delle Province Calabre, anch’essa già oggetto di commissariamento a causa di ‘eccezionali perdite’ e definitivamente crollata sotto sofferenze e incagli. E così, venerdì 13 dicembre, sommersa dal peso abnorme delle perdite, soffocata da questi buchi vertiginosi, arriva la citata decisione della Banca d’Italia”,
Il Codacons ha dunque chiesto alle Procure di “verificare se la Banca d’Italia abbia omesso di vigilanza ed anzi, concorso, nel crack della Popolare di Bari. Appare inaccettabile, infatti, che la Banca d’Italia non abbia svolto la propria opera di controllo e, anzi, abbia consentito di acquisire ulteriori istituti con criticità abnormi che, sommati alle criticità accertate della banca pugliese, oggi, finiscono per ripercuotersi sui risparmi di oltre 70mila soci. Non solo. Il mancato controllo esercitato da Banca d’Italia potrebbe configurare un concorso in tutti i reati posti in essere, eventualmente, dagli amministratori della Popolare di Bari. Del resto l’art. 40 del codice penale afferma: “Non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo” e di disporre il “SEQUESTRO della documentazione bancaria capace di far emergere i nomi dei debitori insolventi che in concreto hanno depredato le casse della Banca Popolare di Bari, ricevendo somme senza adeguate garanzie e poi non restituendole”.