Artigiani cercasi: 1,2 milioni di posti difficili da reperire. Mancano competenze digitali
AAA Artigiani cercasi. Sono 1,2 milioni i lavoratori che le imprese artigiane cercando ma non riesco a trovare sul mercato a causa della scarsità dei candidati ma anche della loro inadeguatezza rispetto alle mansioni da svolgere. L’Sos è stato lanciato nei giorni scorsi dall’associazione di categoria Confartigianato e l’allarme sulla carenza di manodopera riguarda anche i giovani under 30: lo scorso anno le imprese non hanno potuto assumerne 352.420.
Mancano competenze digitali
A scarseggiare sul mercato del lavoro sono soprattutto le professionalità dell’ambito digitale e dell’Ict. In questi settori nel 2018 le imprese richiedevano ben 48.800 giovani, ma quasi la metà (48%), pari a 23.450, è stata di difficile reperimento. Mancano all’appello soprattutto i giovani analisti e progettisti di software (difficile da trovare il 71% del personale richiesto dalle imprese), e i tecnici programmatori (il 64% è di difficile reperimento). Le competenze digitali sono richieste ormai da quasi il 60% delle imprese. Ma questo requisito è difficile da soddisfare e lascia scoperti 236.830 posti di lavoro per giovani under 30.
A livello regionale, la situazione più critica per assumere giovani under 30 si registra in Friuli-Venezia Giulia con il 37% dei posti di lavoro di difficile reperimento, Trentino-Alto Adige, Umbria, Veneto ed Emilia-Romagna.
Il rapporto di Confartigianato mette in evidenza anche la difficoltà a trovare professionalità con titolo di studio adeguato alle esigenze delle imprese. In testa i laureati in ingegneria industriale: 55,5%, pari a 5.750 persone difficili da reperire, seguiti dai laureati in indirizzo scientifico, matematico e fisico (54,7%, pari a 3.370 persone introvabili sul mercato del lavoro), ingegneri elettronici e dell’informazione (52,4%, pari a 7.480 unità) e i diplomati in informatica e telecomunicazioni (50,4%, pari a 9.930 unità).
L’emergenza manodopera nelle imprese è figlia della scarsa preparazione dei ragazzi al mondo del lavoro: in Italia gli under 30 occupati o in formazione sono appena il 4% del totale, a fronte della media del 15% nell’Ue a 28. Siamo al terzultimo posto in Europa. “I piccoli imprenditori – sottolinea Damiano Pietri, presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato – puntano sempre di più sull’innovazione: in un anno i nostri investimenti in ricerca e sviluppo sono aumentati del 29%. Ma molti progetti rischiano di bloccarsi per carenza di personale qualificato”.
Un paradosso. Con un tasso di disoccupazione dei giovani under 30 al 23,9%, le imprese artigiane non riescono a reperire giovani da inserire in azienda. Due mondi che non si incontrano: da una parte aziende pronte ad assumere, dall’altra giovani in cerca di lavoro e pronti ad emigrare per trovare un’occupazione. “In mezzo – prosegue Pietri – la scuola e un sistema formativo che non riesce ad orientare e preparare i ragazzi alle nuove sfide del mercato del lavoro e a al grande salto nel futuro dell’economia”.