Italiani e open banking: sempre più sulla rete ma per gli acquisti vince ancora il cash
Gli italiani sono sempre più sulla rete e la stragrande maggioranza è quotidianamente on line un’ora o più, anche se nei comportamenti d’acquisto il nuovo non riesce ad avanzare visto che i più preferiscono comprare beni e servizi tramite i canali tradizionali, utilizzando come principale strumento di pagamento i contanti. Questo quanto emerge l’ottavo rapporto di ricerca CRIF- SDA Bocconi, a cui quest’anno partecipa anche Nomisma che analizza le condotte degli italiani dinanzi all’open banking. Tra i temi affrontati dalla ricerca condotta tra maggio ed agosto 2019, su un campione di 1.225 rispondenti, troviamo: preferenze e modalità di acquisto dei consumatori e metodi di pagamento utilizzati; modalità di utilizzo della banca e dei servizi offerti; percezioni ed aspettative rispetto alla banca; disponibilità ed interesse dei consumatori a condividere informazioni personali.
I risultati della ricerca CRIF-SDABocconi
Ebbene dall’indagine è emerso che il 92,5% degli intervistati è quotidianamente online un’ora o più e l’uso di internet è prevalentemente rivolto a informarsi o stare sui social. Tuttavia nei comportamenti d’acquisto prevale ancora la nostalgia per il piccolo mondo antico visto che più della metà degli intervistati (64%) preferisce comprare beni e servizi tramite i canali tradizionali, utilizzando come principale strumento di pagamento i conanti (60%). Inoltre, le banche tradizionali rappresentano ancora oggi il punto di riferimento per il 50% della clientela e il 70% della clientela è mono-bancarizzata.
Dall’indagine però emerge anche che più della metà del campione acquista on-line (anche se questa non rappresenta la soluzione principale) aspettandosi rapidità di servizio e convenienza di prezzo. Per quanto riguarda l’uso di strumenti di pagamento diversi dal contante è consolidato l’uso delle carte (oltre i 50% usa sempre o spesso le carte di debito e si sta, anche se ancora lentamente, diffondendo l’uso di pagamenti mobile (13% ne fa uso più o meno saltuario). I cambiamenti toccano anche i rapporti bancari: se l’apertura del conto avviene prevalentemente in filiale (69%) e quando si tratta di richiedere un finanziamento ancora la metà dei clienti si informa presso lo sportello fisico. Se poi parliamo di investimenti il 61% dei consumatori preferisce informarsi sul sito della banca o attraverso comparatori.
Ma a che punto è lo stato dei rapporti tra istituti di credito e consumatori? Per analizzare questo aspetto si è fatto ricorso ad un procedimento di clusterizzazione che restituisce la visione di un mondo diviso in due: il 52% di clienti è soddisfatto e fedele alla propria banca con la quale è pronto a condividere informazioni per ottenere servizi bancari articolati; il 48% dei clienti si divide tra un 25% di “aspiranti fedifraghi”, non molto soddisfatti ma ancora poco inclini ad aprirsi a offerte esterne, e un 23% di “delusi” molto disponibili a lasciare la propria banca se dovessero trovare offerte migliori. Alla domanda “saresti disponibile a fornire alla banca la possibilità di conoscere in maniera completa la tua situazione finanziaria anche presso altre banche”, un quinto del campione non ha preclusioni nel condividere proprie informazioni personali pur di ottenere vantaggi in termini di servizi innovativi e personalizzati.
“La PSD2 potenzialmente è un’autentica rivoluzione. Essa impone ai lender di rinunciare a trattare le informazioni acquisite come proprietarie ma il fattore abilitante della diffusione dell’open banking è, prima di tutto, la disponibilità della clientela a condividere i dati sulla propria posizione finanziaria complessiva – commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF –. Il fatto che un quinto degli intervistati ha dichiarato di non avere preclusioni nel condividere le proprie informazioni conferma l’esistenza dei presupposti affinché lo scenario reso possibile dalla PSD2 si realizzi. Sta ora ai lender, e più in generale all’industry finanziaria nel suo complesso, raccogliere la sfida e soddisfare le esigenze di clienti che, giorno dopo giorno, mostrano la preferenza verso processi veloci, semplici e digitali nonché servizi “non tradizionali”, che non sono ancora stati acquistati presso gli istituti finanziari”.