Petrolio senza freni: Brent brucia oltre 102$, pesa incertezza su offerta russa
Petrolio senza freni, con il Brent che è volato oltre la soglia dei 112 dollari al barile. A dettare il ritmo degli acquisti i timori di un taglio delle forniture di commodities da parte della Russia, gigante mondiale delle materie prime.
Ieri è stata un’altra giornata di rialzi per il mercato petrolifero. “La paura che le sanzioni contro la Russia alla fine includano le esportazioni di energia sta facendo salire i prezzi – sottolineano da ING -. Anche la minaccia di sanzioni petrolifere continua a pesare sull’interesse per il petrolio russo. Il differenziale degli Urali si è ulteriormente indebolito ieri, toccando nuovi minimi storici”.
Intanto nel tentativo di calmare il mercato, l’Agenzia internazionale per l’energia ha tenuto ieri una riunione di emergenza, in cui è stato concordato di rilasciare 60 milioni di barili di petrolio dalle riserve globali. Si tratta della quarta volta nella storia che si assiste a un rilascio coordinato dall’Iea, l’ultima risale al 2011. “Tuttavia, l’annuncio non ha attenuato le preoccupazioni evidenti dalla mancanza di una correzione al ribasso dei prezzi”, hanno rimarcato da ING.
Oggi è prevista la riunione dell’Opec+ per discutere sui livelli di produzione da fissare per aprile. Secondo le attese, dovrebbe mantenere il suo piano di aumentare la produzione di 400 Mbbls/g ad aprile. “Nei giorni scorsi alcuni membri hanno affermato che l’attuale forza dei prezzi riflette rischi geopolitici piuttosto che squilibri tra domanda e offerta. Tuttavia, se continua a esserci una mancanza di interesse per il petrolio russo, tale narrativa non durerà a lungo”, hanno segnalato ancora gli esperti.