Inflazione record: prezzi mai così alti da 27 anni, possibili nuovi rincari da guerra Russia-Ucraina
Nuovo record per il terzo mese consecutivo per l’inflazione italiana. Nel dettaglio, dice l’Istat, a febbraio l’indice dei prezzi al consumo sale dello 0,9% su base mensile e del 5,7% su base annua, raggiungendo livelli che non si vedevano da novembre del 1995. Le tensioni inflazionistiche si propagano, in particolare ai Beni alimentari, i cui prezzi accelerano di oltre un punto, trascinando oltre il 4% anche la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa”.
A trainare all’insù i prezzi sono i beni energetici la cui crescita passa da +38,6% a +45,9%. L’energia quindi è stata ancora una volta il motore principale della crescita dell’inflazione. Il governo Draghi a tal proposito si è impegnato a continuare a compensare il caro energia, avendo già speso più di 10 miliardi di euro ma il premier, durante l’informativa al Parlamento sulla guerra in Ucraina, ha anche affermato di considerare la possibilità di riaprire le centrali a carbone chiuse per aiutare a colmare le lacune di approvvigionamento causate dall’invasione russa dell’Ucraina. Anche di fronte ai livelli record dei prezzi della zona euro, la BCE ha tracciato comunque la sua uscita dalle misure di stimolo pandemico anche se questa ritirata rischia ora di essere ostacolata dalle ricadute della guerra in Ucraina. Oggi si è in attesa dei dati sull’inflazione della Germania dopo che ieri la Spagna ha riportato una crescita dell’inflazione a livelli più alti in 33 anni.
Il commento di Assoutenti
Una vera e propria stangata per i consumatori, che rischia di aggravarsi ulteriormente nelle prossime settimane a causa delle ripercussioni della guerra tra Russia e Ucraina. Lo afferma Assoutenti secondo cui i “numeri sono destinati tuttavia a peggiorare a causa del conflitto scoppiato in Ucraina, e che ha portato ad una impennata delle quotazioni delle materie prime, dal grano al petrolio, passando per gas e oro”.
“Il rischio concreto è che nel breve periodo i listini di alcuni prodotti di largo consumo, anche a causa di speculazioni sempre in agguato, possano subire in Italia fortissimi rialzi, a partire dalla pasta che potrebbe rincarare del +30%, mentre pane, dolciumi e prodotti derivati dal grano rischiano di salire di un ulteriore +10/+15% – prosegue Truzzi – Per tale motivo chiediamo al Governo di varare lo stato di emergenza prezzi e adottare misure speciali in grado di contenere la crescita dei listini al dettaglio, considerato che la fiammata dell’inflazione produrrà una forte contrazione dei consumi da parte delle famiglie e un danno per l’economia nazionale. E’ necessario ricorrere ai prezzi amministrati per un paniere di beni indispensabili di cui le famiglie non possono fare a meno, a partire dai prodotti alimentari. Serve inoltre un coordinamento tra forze dell’ordine e autorità per combattere le speculazioni sui prezzi da parte di soggetti che potrebbero approfittare della delicata situazione attuale per arricchirsi sulle spalle dei consumatori”.