Tassa sulla plastica fa infuriare Confindustria: danno a consumatori e imprese
Ferma contrarietà di Confindustria all’introduzione della tassa sugli imballaggi in plastica prevista dal documento programmatico di bilancio 2020. “La misura non ha finalità ambientali, penalizza i prodotti e non i comportamenti, e rappresenta unicamente un’imposizione diretta a recuperare risorse ponendo ingenti costi a carico di consumatori, lavoratori e imprese”, rimarca Confindustria in una nota. Le imprese già oggi pagano il contributo ambientale Conai per la raccolta e il riciclo degli imballaggi in plastica per un ammontare di 450 milioni di euro all’anno, dei quali 350 vengono versati ai Comuni per garantire la raccolta differenziata.
Confindustria rimarca come l’introduzione di una “tassa sulla plastica” equivarrebbe a una sorta di doppia imposizione e sarebbe ingiustificata sia sotto il profilo ambientale che economico e sociale. “Il tributo, peraltro, colpirebbe anche i prodotti di imballaggio contenenti materiale riciclato, andando a penalizzare gli enormi sforzi che le imprese stanno compiendo per la completa transizione verso l’economia circolare, sottraendo inoltre importanti risorse per gli investimenti in sostenibilità ambientale”, argomenta l’associazione degli industriali che aggiunge: “La misura rischia, infine, di compromettere il buon funzionamento del Sistema dei consorzi per la gestione e il riciclo degli imballaggi, che da più di vent’anni ha consentito al nostro Paese di essere leader nell’economia circolare e di raggiungere tutti gli obiettivi europei per il riciclo”.