Confindustria, Csc: Italia in bilico tra ripresa e recessione, Nadef governo sovrastima Pil
L’Italia è in bilico tra ripresa e recessione. E’ quanto scrive nel rapporto reso noto oggi il CSC, Centro Studi Confindustria. Dall’analisi emerge che nel 2019 il Pil sarà pari a zero mentre nel 2020, se l’aumento delle imposte indirette venisse annullato e finanziato interamente a deficit, il Pil crescerebbe dello 0,4%, ma il rapporto deficit/Pil sarebbe pericolosamente vicino al 3%.
Le stime sono meno positive rispetto a quelle del governo giallorosso che, nel Nadef, prevede una crescita del Pil dello 0,6% nel 2020 e un rapporto deficit Pil al 2,2%.
Gli analisti considerato l’aumento del Pil +0,6% nel 2020 previsto dal governo M5S-PD eccessivo. La crescita dello 0,6% del Pil per il 2020 prevista dal governo nella Nadef – si legge nel report di Confindustria – “appare sovrastimata” soprattutto nello scenario tendenziale (+0,4% con l’aumento delle imposte indirette).
Inoltre, il raggiungimento del deficit programmato per il 2020, al 2,2% del Pil, “è problematico perchè le coperture indicate nella Nadef non appaiono esaustive. Infatti metà di esse sono riconducibili agli effetti delle misure di contrasto all’evasione che, per definizione, sono entrate incerte o di tagli di spesa rinviati a un’azione di revisione in corso d’anno”.
Come se non bastasse, “è molto elevato il rischio che il rapporto debito Pil non scenda”.
Riguardo alle stime sul deficit-Pil, il Csc prevede un calo del rapporto all’1,8% per quest’anno mentre, per il 2020, senza l’aumento dell’Iva e delle accise, stima una crescita al 2,4%.