Piazza Affari: Eni arranca complice calo petrolio, male anche Leonardo
Volatilità elevata a Piazza Affari che segue l’umore ballerino di Wall Street. L’uscita alle 16:00 dell’indice ISM non manifatturiero, scivolato ai minimi a 3 anni a 52,6 a settembre dai 56,4 precedenti, ha fatto scattare le vendite sui mercati con il Dow Jones arrivato a cedere oltre l’1%, per poi dimezzare le perdite negli ultimi minuti. Piazza Affari ha seguito tale movimento virando in negativo per poi riportarsi sulla parità a 21.285 punti.
Tra i singoli titoli è arrivato a cedere quasi il 2 per cento il titolo Eni in scia all’accelerazione al ribasso del petrolio dopo l’ISM servizi. Il titolo del gruppo del cane a sei zampe adesso cede l’1,13% in area 13,40 euro.
Tra gli altri titoli si conferma la giornata difficile per FCA con il mercato che non ha accolto con favore i dati sulle vendite negli Usa nel terzo trimestre che hanno comunque segnato una timida ripresa (+0,1%) dopo i segni meno dei primi due trimestri dell’anno. çe vendite sono state trainate ancora una volta dal marchio RAM (+15% a 179mila unità), mentre tutti gli altri marchi hanno registrato cali: Jeep -2% a 245mila (di cui 16mila del nuovo Gladiator lanciato a maggio).
Male anche Leonardo (-1,3%) che è tra i titoli impattati dalla questione dazi degli Usa contro l’Europa. L’elenco comprende nuovi aerei e altri velivoli (diversi da quelli militari) di peso a vuoto superiore a 30.000 kg. Mediobanca Securities stima che ciò possa includere un numero di velivoli commerciali prodotti da Airbus, con possibile aumento dei costi del produttore Ue e di conseguenza intaccando la sua competitività rispetto a Boeing. Leonardo fornisce una serie di parti per vari modelli e ciò potrebbe riflettere negativamente sul gruppo italiano. “Tuttavia – puntualizza Mediobanca Sec. – crediamo che ciò possa essere compensato da maggiori vendite da parte di Boeing (alla quale Leonardo fornisce alcuni componenti) e quindi non vediamo un significativo impatto negativo sul gruppo italiano”.