Consumatori italiani più fiduciosi a settembre: è l’effetto Conte bis (la storia si ripete)
L’effetto Conte bis, con la nascita del governo Pd-M5S, si fa sentire su più fronti. Da ultimo sulla fiducia dei consumatori che è migliorata nel mese di settembre, proprio sull’onda delle aspettative che si sono create per la formazione del nuovo esecutivo. Si tratta, come sottolineano le principali associazione dei consumatori, di un film già visto: con l’arrivo di un nuovo governo gli italiani confidano in un cambiamento.
E ieri anche il bollettino economico della Bce ha parlato di “eccezione Italia” tra i titoli di stato dell’Ue, dopo che lo spread BTP-Bund a 10 anni è sceso dell’1,1%, ovvero di 110 punti base, negli ultimi mesi, “sulla scia delle attese e per la formazione di un nuovo governo” in Italia. La Bce ha certificato l’impatto positivo che la formazione del nuovo esecutivo giallo-rossoha avuto sulla carta italiana.
Fiducia consumatori e imprese, i numeri di settembre
Tornando ai dati comunicati oggi dall’Istat, nel mese in corso l’indice del clima di fiducia dei consumatori ha mostrato un lieve aumento, passando da 111,9 a 112,2 punti. Giù, invece, l’indice composito del clima di fiducia delle imprese che ha registrato un lieve calo, da 98,8 a 98,5.
Per quanto riguarda le imprese, l’indice di fiducia mostra andamenti differenziati nei diversi comparti. Nella manifattura e nel commercio al dettaglio è in diminuzione (da 99,6 a 98,8 e da 109,9 a 107,6, rispettivamente) mentre è in aumento nei servizi (da 97,4 a 98,5) e, soprattutto, nelle costruzioni (da 140,4 a 143,2).
“A settembre 2019 la ripresa del clima di fiducia dei consumatori deriva in particolare da un miglioramento della valutazione della situazione personale e delle prospettive future”, commenta l’Istat indicando per le imprese “un nuovo indebolimento del clima di fiducia”. Una flessione, spiega, che è trainata dal settore manifatturiero, in calo per il quarto mese consecutivo, e dal commercio al dettaglio. I segnali positivi riguardano il settore dei servizi e, soprattutto, il comparto delle costruzioni.
Per i consumatori è l’effetto nuovo governo a favorire il rialzo
Per i consumatori è l’effetto nuovo governo a favorire il rialzo. È di questo parere anche il Codacons che spiega: “Come già avvenuto in passato, la formazione di un nuovo esecutivo rappresenta una iniezione di fiducia sui consumatori, accertata dagli indicatori Istat che registrano a settembre un andamento al rialzo per le varie component. Le aspettative delle famiglie sono quindi elevate, ma dal Governo si attendono fatti concreti per confermare il trend positivo anche nei prossimi mesi”.
Anche l’Unione Nazionale Consumatori (UNC) si sofferma sull’effetto Governo Conte II. “Come tradizione, con la nascita di un nuovo Esecutivo gli italiani confidano in un cambiamento e guardano con rinnovata speranza al futuro. È sempre successo. Il problema è mantenere questa fiducia e non tradirla. Inoltre, questa volta il rialzo è stato inferiore a quello dei precedenti Governi, appena 0,3 punti”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unc.
L’associazione di consumatori ricorda gli ultimi precedenti: nel giugno 2018, con il primo Governo Conte, salì da 113,8 a 116,3 (+2,5) punti, nel dicembre 2016, con il Governo Gentiloni, la fiducia salì da 107,7 a 110,6 (+2,9 punti percentuali), nel mese di marzo del 2014 (le rilevazioni sulla fiducia sono fatte nei primi 15 gg del mese, quindi pur avendo giurato in febbraio, il 22, l’effetto si ebbe a marzo), con il Governo Renzi, passò da 94,8 a 98,1 (+3,3 punti percentuali), nel mese di maggio 2013, con il Governo Letta, salì appena da 83,6 a 83,8, +0,2 punti, anche se poi, con scoppio ritardato, nel mese successivo ci fu un incremento record di 10 punti, nel mese di novembre 2011, con il Governo Monti, salì da 90,3 a 94,1 (+3,8).
Discorso a parte per il calo della fiducia delle imprese sulla quale pesa secondo il Codacons, la mancata ripresa dei consumi, con le imprese del commercio che esprimono giudizi fortemente negativi sulle vendite. Si tratta dell’ennesima dimostrazione che si deve fare di tutto per evitare l’incremento dell’Iva dal 2020, che abbatterebbe sensibilmente i livelli di fiducia sia dei consumatori, sia delle imprese, con effetti diretti sui consumi.