Piazza Affari inciampa con banche e Ferragamo, Juve maglia nera
Tornano in primo piano i timori recessivi in Europa con il deludente PMI tedesco che ha contribuito ad acuire il rosso delle maggiori Borse europee. Pesano anche i dubbi sul fronte rapporti commerciali tra usa e Cina.
Piazza Affari ha così aperto l’ottava in deciso calo con il Ftse Mib sceso dell’1,01% a quota 21.899 punti. In mattinata l’indice Pmi manifatturiero tedesco di settembre è scivolato ai minimi a 10 anni alimentando ulteriori timori sull’andamento della maggiore economia continentale. La reazione è stata la corsa ai bond con i tassi dei Bund decennali tornati a scendere. Debolezza anche in prospettiva come confermato anche dal presidente della Bce, Mario Draghi, che ne corso del suo intervento all’Europarlamento ha rimarcato che “non ci sono segni convincenti di ripresa economica”.
A pagare dazio sul parterre di Piazza Affari sono stati soprattutto i titoli delle banche, complice proprio il calo dei rendimenti sull’obbligazionario. La redditività delle banche è infatti messa sotto pressione dalla prospettiva di tassi negativi ancora a lungo. Tra i peggiori di giornata spiccano Unicredit (-3,44%), Banco BPM (-3,15%) e UBI Banca (-2,48%).
In affanno oggi Salvatore Ferragamo (-3,15%), tra i peggiori del Ftse Mib dopo che gli analisti di Equita Sim hanno tagliato le stime sulla società per il recente rallentamento dello spending cinese. “Pensiamo che anche Ferragamo abbia risentito del generale rallentamento del settore legato a un minore spending cinese, indotto sia dalle proteste di Hong Kong (con impatti anche su Macao e Taiwan) che dalla debolezza del Renminbi (minore turismo Cinese in Europa/US/Giappone/Korea)”, argomenta Equita in una nota nella quale taglia la stima di fatturato per l’intero 2019 a cambi costanti del 2% (+1% vs. precedente +3%). Il minore fatturato si traduce in un taglio del -10% sull’utile 2019 (a 90 mln rispetto ai 101 mn del consensus) e del -8% sul 2020. Il target price è stato rivisto al ribasso del 6,5% a 17,3 euro (rating hold confermato). Hong Kong vale il 6-7% del fatturato, che diventa 9% circa includendo Macao e Taiwan, in linea con il settore.
Peggiore di giornata è stata però la Juventus (-4,75%) dopo l’annuncio dell’aumento di capitale da 300 milioni di euro. Eni (-2,83%) ha invece pagato l’effetto dello scatto dell’acconto dividendo di 0,43 euro per azione.