Risparmi: 7 italiani su 10 attenti alle spese, ma pochi vedono davvero quelle più pesanti
7 italiani su 10 controllano le proprie spese quotidiane, dalle bollette, alla spesa al supermercato, fino a quelle per l’auto o la moto, cercando di gestire al meglio il budget familiare. Ma in realtà sono pochi quelli che davvero riescono a vedere dove spendono di più e quindi a pianificare bene le uscite in vista dei progetti e delle condizioni dettate dal futuro. E’ ciò che emerge dalla ricerca Agos Monitor, l’osservatorio realizzato da Agos insieme alla società di ricerca Eumetra MR.
Secondo la ricerca, il 70% degli italiani (vale a dire 7 su 10) attua una gestione prudente delle proprie spese correnti. Più nel dettaglio, l’analisi mostra come la più attenta pianificazione sia riservata soprattutto alla gestione delle bollette (91%), delle spese per auto/moto (81%) e a quelle per i generi alimentari (53%), non necessariamente gli ambiti in cui si spende davvero di più.
“Il controllo dei budget famigliari è approssimativo e centrato più sulle spese evidenti e ricorrenti, facili da memorizzare (la bolletta a fine mese) e meno sulle spese che richiedono processi di accumulazione più meditati – spiega Flavio Salvischiani, vice direttore generale di Agos – Un tema di grande interesse e che evidenzia come gli italiani abbiano bisogno di aiuto nella pianificazione della propria spesa, perché non danno maggior rilevanza alle voci pesanti del bilancio familiare, ma probabilmente a quelle cognitivamente più visibili”.
Uno degli elementi che senz’altro impatta sulla pianificazione delle proprie spese è l’orizzonte temporale che si dà ai progetti che si hanno in mente, che si rivelano spesso essere a breve scadenza: l’orizzonte temporale è infatti abbastanza breve, spesso non superiore ai sei mesi.
“Noi italiani le cose le facciamo all’ultimo minuto o quando non è più possibile fare diversamente. Anche il risparmio, poco o tanto che sia, che salva le famiglie in caso di bisogno, non viene gestito con un pensiero progettuale. Si accumula per quello che potrebbe accadere. Ma non si pensa di poter conoscere e controllare il futuro. Cosa che sembra più facile ai nostri cugini europei, abituati, anche nel risparmio, a gestire progetti di 7-10 anni almeno, senza parlare poi dei progetti previdenziali, sui quali le prospettive vanno ben oltre”, sottolinea Fabrizio Fornezza, sociologo, ricercatore sociale e di mercato e presidente di Eumetra MR.