Proposta tassa sui contanti, UNC vede rischio stangata da miliardi di euro
La proposta avanzata da Confindustria per tassare l’uso dei contanti non trova l’appoggio di consumatori e commercianti. “Condividiamo la finalità di Confindustria, lotta all’evasione e incentivo all’uso della moneta elettronica, ma una tassa sui prelievi mensili sopra 1500 si tradurrebbe in una stangata inaccettabile a carico delle famiglie italiane di cui facciamo francamente a meno” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
Contraria anche Confesercenti: “Quella della tassa sui contanti è un’idea che non ci piace: sarebbe una stangata da miliardi di euro sui consumatori, che concorrerebbe sicuramente a deprimere ancora di più la spesa delle famiglie, già in rallentamento. Ci chiediamo inoltre quale sarebbe l’impatto di una misura del genere sulla popolazione più anziana del nostro Paese”.
Per far emergere più gettito fiscale il Centro Studi di Confindustria (CsC) avanza una proposta che poggia le basi su un sistema di incentivazione dei pagamenti digitali e propone pertanto un meccanismo che preveda un credito d’imposta del 2% per pagamenti elettronici e una commissione del 2% sui prelievi Atm sopra i 1.500 euro, con un gettito stimato di 3,4 miliardi l’anno. Il tutto senza oneri per lo Stato. Lo sgravio del 2% si applicherebbe a chi paga mediante carta di credito, debito e prepagate nominative o bonifico bancario: il consumatore paga il prezzo pieno ma accumula un reddito che verrà contabilizzato e comunicato dalla banca di appoggio della carta di pagamento.