Studenti fuori sede: affitti delle stanze più salati, a Bologna saliti del 12%
Con il nuovo anno accademico alle porte, si apre la caccia alla stanza per gli universitari fuori sede. La ricerca dovrà tenere conto di canoni di locazione più salati rispetto all’anno scorso. E’ ciò che emerge dalle ultime analisi sul settore, snocciolate prima da Solo Affitti (Leggi QUI) e poi da Immobiliare.it. Secondo quest’ultima, si registrano rincari in tutte le principali città universitarie. Con un picco a Bologna, dove i prezzi schizzano addirittura del 12%.
Quanto costa affittare una singola
Milano si conferma la città più cara in cui vivere da fuori sede. Per una camera nel capoluogo meneghino si chiedono mediamente 573 euro, prezzo aumentato del 6% rispetto al 2018 a fronte di una domanda che continua a crescere (+5% su base annua). Il secondo posto è ormai un pari merito: dopo il boom dei prezzi dell’ultimo anno, Bologna ha praticamente raggiunto i costi di Roma. Nelle due città, per affittare una singola, si spendono rispettivamente 447 e 448 euro al mese. Sopra la soglia dei 400 euro si trova anche Firenze, dove si chiedono in media 433 euro (+10% rispetto al 2018).
Con aumenti che oscillano fra il 2% e l’8%, si aggirano sui 300 euro le cifre richieste nelle altre città: si passa dai 353 euro di Torino ai 306 euro al mese di Pavia. Il dato relativo all’andamento della domanda rivela che il Sud è sempre meno ambito dai fuori sede, tanto che Bari e Palermo sono le uniche due città delle 14 prese in considerazione a registrare un calo delle ricerche. Qui per affittare una singola si spendono in media, rispettivamente, 255 euro e 233 euro. La più economica resta però Catania, con una media di 211 euro.
Perché i prezzi salgono?
“La crescita dei costi delle stanze in affitto non si arresta ormai da diversi anni – spiega Carlo Giordano, amministratore delegato di Immobiliare.it – Il mercato si è ampliato con nuovi soggetti: alla classica locazione alle famiglie si sono aggiunte la coabitazione fra studenti, allargata poi ai lavoratori fuori sede, e più recentemente la formula degli affitti brevi, in particolar modo nelle città d’arte. Una domanda così ampia e diversificata ha portato l’offerta immobiliare a ridursi e, di conseguenza, continua a trascinare i costi verso l’alto”.