Tre uomini e una donna per l’esecutivo tecnico auspicato da Mattarella (La Stampa)
Quattro carte da giocare, di cui una sola per portare il Paese alle urne, altre tre proposte con obiettivi diversi. Delle opzioni a cui intende lavorare il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ne parla oggi La Stampa. Sulla prima ipotesi, ossia un governo di garanzia elettorale, ci sono i nomi di due ex presidenti della Corte Costituzionale: Valerio Onida e Giovanni Maria Flick. Possibile però anche l’incarico a Giuseppe Conte (Conte bis) o a Giovanni Tria. Nel caso l’esito elettorale non garantisse subito una nuova squadra di governo, Tria potrebbe restare in carica per definire la manovra. Il centrodestra compatto, rimarca il quotidiano torinese, non darebbe l’appoggio a questo esecutivo.
La seconda carta si chiama ‘governo no Tax’, in carica fino a febbraio-marzo. In questo caso il candidato premier sembra poter essere solo uno: il professor Carlo Cottarelli che già nel maggio 2018 entrò col trolley al Quirinale per poi uscirne dopo la nascita del patto Lega-M5S.
La terza carta, prosegue La Stampa, è «il governo istituzionale» ipotizzato da Renzi e da Grillo. Il voto slitterebbe a maggio del 2020 e avrebbe in agenda alcune importanti riforme: la legge di bilancio, il taglio dei parlamentari, condizione imprescindibile per i 5 Stelle, e correzione della legge elettorale che diventerebbe un proporzionale puro. IN questo caso tra i possibili premier ci sarebbero la presidente del Senato Elisabetta Casellati oppure quello di Roberto Fico. Ma il Capo dello Stato potrebbe tirare fuori dal mazzo un jolly: la vicepresidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia, 56 anni, entrata alla Corte nel 2014 nominata proprio da Mattarella. Una soluzione innovativa. Infine ipotesi «governissimo» in carica fino al 2022 con una carta choc per tutti: Mario Draghi, che a novembre lascerà la guida della Bce. In alternativa anche Giuseppe Conte, il nuovo leader del Movimento.