Bio-on: il rischio di una nuova Parmalat allerta gli azionisti
È stato il report “Una Parmalat a Bologna” redatto dal fondo speculativo newyorkese Quintessential Capital Management (QCM) ad accendere i fari su caso Bio-on, società attiva nel settore dei biopolimeri di alta qualità e quotata a Piazza Affari.
Prosegue anche oggi lo scontro a distanza tra Bio-on e Quintessential che accusa la società di essere un “castello di carte”, uno schema concepito dal management per arricchirsi sulle spalle degli azionisti. A detta di QCM la Bio-on sarebbe una grande bolla, basata su tecnologia improbabile, con fatturato e crediti essenzialmente “simulati” grazie ad un network di scatole vuote.
Il fondo newyorkese sostiene inoltre che diversi anni dopo la sua costituzione Bio-on non ha ancora prodotto né venduto nulla in quantità significative, se non a scatole vuote da sé controllate o affiliate. QCM indica che l’unico impianto produttivo realizzato sembrerebbe non essere ancora completato o in produzione. La situazione finanziaria reale risulta precaria e la contabilità presenta serie irregolarità, aggiunge il fondo Usa che ritiene insostenibile la situazione di Bio-on e che la società sia presto destinata al collasso totale.
Chi è Bio-on
Bio-on è una Intellectual Property Company italiana operante su scala internazionale. Quotata dal 2014 sul segmento Aim di Borsa Italiana, Bio-on concede in licenza e produce le bioplastiche più innovative al mondo grazie all’importante attività di ricerca applicata e sviluppo di avanzate tecnologie di bio-fermentazione, stato dell’arte della chimica naturale e sostenibile del futuro. I biopolimeri di Bio-on si chiamano PHAs, o poli-idrossi-alcanoati, sono ottenuti da fonti vegetali rinnovabili senza alcuna competizione con le filiere alimentari, tra cui melassi e sughi di scarto di barbabietola e canna da zucchero, scarti di frutta e patate, carboidrati in genere, glicerolo, da olio di frittura esausto e persino da anidride carbonica presente in atmosfera.
Le bioplastiche Bio-on, chiamate Minerv PHAs, hanno le stesse proprietà termo-meccaniche delle plastiche tradizionali ottenute con processi petrolchimici inquinanti, col vantaggio di essere invece completamente eco sostenibili. L’estrema versatilità del PHAs permette a Bio-on di produrre la bioplastica Minerv PHAs in dimensioni microscopiche per sostituire anche le micro-plastiche invisibili presenti nei prodotti cosmetici (microbeads), nelle stampanti 3D professionali SLS, nelle fragranze, nei mangimi e in tantissime altre applicazioni.
La reazione di Bio-on con diverse smentite ufficiali
Ieri sono arrivate tre secche smentite di Bio-on che ha minacciato azioni legali. Dopo una prima smentita generale alle accuse di Quintessential, la società bolognese ha puntualizzato la validità del bilancio 2018 e rimarcato anche che l’impianto produttivo di PHA, costruito da Bio-on in località Castel San Pietro Terme, è operativo e in produzione.
Il cda della società attiva nel settore dei biopolimeri di alta qualità nella notte ha emesso un’altra nota di precisazione in merito a informazioni non veritiere diffuse sulla società stessa e sugli amministratori, tramite un soggetto che ha dichiarato di avere “interesse economico nella discesa del prezzo del titolo” Bio-on.
Nel dettaglio, la società bolognese precisa che “i contenuti diffusi citano fonti che hanno forti conflitti di interesse rispetto all’operato Bio-on, pertanto non possono essere considerati come pareri di terze parti disinteressate” e che “la tecnologia di produzione del PHA di proprietà di Bio-on affonda le proprie radici in una scoperta tecnologica del secolo scorso, messa a punto e industrializzata da Bio-on attraverso selezione di batteri e tecniche di produzione moderne ed eco-friendly, capaci di produrre prodotti per applicazioni moderne e innovative”.
Ribadisce inoltre che “la tecnologia della società è brevettata e di proprietà esclusiva” e che “il funzionamento della tecnologia è confermato dall’entrata in produzione dell’impianto industriale di Castel San Pietro Terme, ottenuto mediante scale up dell’impianto semi-industriale realizzato nel 2010 e da allora sempre operativo”.
Per quanto riguarda i rilievi sollevati in merito alle presunte irregolarità contabili, Bio-on precisa che “i flussi di ricavi derivano dalla concessione di licenze inerenti al proprio know-how e la vendita di servizi per studi di fattibilità, servizi di implementazione e ricerca applicata” e che il flusso di cassa operativo nel corso del 2018 risulta positivo per 23,9 milioni di euro”.
Inoltre, Bio-on, essendo quotata all’Aim, “è tenuta a comunicare tutte le informazioni cosiddette price sensitive, pertanto ha adottato una condotta di massima trasparenza comunicando sempre in maniera puntuale le operazioni relative ad accordi, licenze e avvenimenti di rilievo una volta verificatosi l’evento”. La società ha infine informato di aver “già avviato le opportune tutele in ogni sede e che si riserva di comunicare ulteriori approfondimenti nei prossimi giorni”.
Nuovo affondo di Quintessential
Questa mattina Quintessential ha analizzato la risposta di Bio-on al report “Una Parmalat a Bologna” e ribatte punto per punto alle affermazioni della società. Nel dettaglio, Quintessential, la cui attività principale consiste nell’individuare, indagare ed esporre al pubblico situazioni catastrofiche e nascoste in società quotate, come la frode, la condotta criminale o i modelli di business fallimentari, pone l’accento su 6 punti.
“La società sostanzialmente conferma il fatto che la stragrande maggioranza del proprio fatturato derivi da scatole da essa controllate o affiliate”, si legge nel nuovo comunicato del fondo Usa che ha una posizione ribassista su Bio-on. In secondo luogo, la produzione fino al 2018 è stata praticamente inesistente; terzo, la produzione nel 2019 è limitata a quella dell’impianto di San Pietro Terme, a proposito della quale Bio-on si rifiuta, nonostante le nostre pesanti affermazioni, di confermare volume e vendite. “Sospettiamo si tratti di cifre de minimis”, precisa QCM. Quarto punto, la società conferma che la stragrande maggioranza dei progetti annunciati non si sono concretizzati. Punto 5, il resto delle affermazioni sono irrilevanti ai fini della nostra analisi o ne confermano indirettamente la validità. Infine, Quintessential annuncia che produrrà documenti aggiuntivi nei prossimi giorni, molti dei quali particolarmente interessanti.