Fabi attacca Mustier (UniCredit): ‘tagli ed esuberi per i suoi capricci, AD si sente Alessandro Magno’
Lando Maria Sileoni, Segretario generale della Federazione Autonoma Bancari Italiani (FABI), se la prende con Jean-Pierre Mustier, amministratore delegato di UniCredit, ma se la prende anche con il silenzio del governo. Intanto, i tagli e gli esuberi a UniCredit vengono definiti “scelte riconducibili esclusivamente ai capricci dell’ad Mustier”.
Parlando ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” su Radio Cusano Campus, il numero uno del sindacato dei bancari non ha peli sulla lingua: “Da quando c’è lui sono usciti 24mila e 700 lavoratori, 14mila e 700 già sono usciti, altri 10mila potrebbero uscire qualora le indiscrezioni fossero confermate”.
“Mustier ha scritto ai dipendenti e non ha smentito questo numero. Mustier è un personaggio particolare. Non è un banchiere tradizionale come quelli che conosciamo un po` tutti. E’ un banchiere che ha delle sue particolari ambizioni, sostanzialmente tutta questa smobilitazione rispetto al territorio italiano è stata messa in piedi perché ha l’ambizione di trovare un partner internazionale, quindi vuole fare da predatore e non da preda, cercando di far diventare il gruppo Unicredit il primo in Europa, lasciando il territorio nazionale”.
Ancora il numero uno della Fabi:
“Per raggiungere questo obiettivo sta mettendo insieme tutta una serie di situazioni, che lui chiama ristrutturazioni, che fanno pagare il costo delle sue ambizioni ai lavoratori e alle lavoratrici bancarie. Qui non c’entra niente né l’innovazione tecnologica né altro. Questo signore ha chiesto di poter essere difeso da diversi economisti ed esperti del settore italiani che si prestano volentieri perché stanno sul libro paga della banca”.
“Pubblicheremo tutte queste persone che hanno preso le difese della politica aziendale di Mustier e sono tutti quelli che, stando sul libro paga della banca, si prestano volentieri. Le giustificazioni sono state molteplici. Si è parlato di una situazione totalmente in linea con la media europea ma non è assolutamente vero perché nessun altro gruppo bancario italiano o europeo ha fatto tagli così consistenti. Il problema sono quelli che stanno zitti”.
Infine, l’accusa al governo:
“Il governo sta zitto perché probabilmente ha la convinzione sbagliata che tutto quello che riguarda le banche fa perdere consenso elettorale, quindi non si avvicina alle banche e a chi lavora in banca, ma è sbagliato anche questo. Anche se devo dire che in questi giorni ho ricevuto parecchi consensi da parlamentari di questo governo. Il problema non sono tanto le uscite cosiddette morbide, cioè i prepensionamenti volontari, il problema è che questo signore ha preso in mano una banca che era italiana e non è più italiana, e ora vuole smobilitare dall’Italia per costruire un colosso che abbia la mente e il corpo in Europa e un dito del piede in Italia. Se va bene a tutti, a noi questo non va bene. C’è una crisi della classe dirigente a ogni livello. Mustier non ha dei dirigenti di qualità che lo consigliano, loro lo lasciano fare e lui si sente Alessandro Magno. Si sente invincibile”.
Unicredit non ha confermato le indiscrezioni circa i maxi tagli del personale, ma l’AD Mustier ha cercato di stemperare le tensioni scrivendo ai 86 mila dipendenti del gruppo.
“Ogni evoluzione del gruppo e di tutte le nostre banche sarà gestita attraverso il prepensionamento e, come sempre, in modo socialmente responsabile e in linea con le rappresentanze dei lavoratori del gruppo”, ha scritto Mustier.
Il numero uno di UniCredit ha continuato, affermando che la sfida principale del nuovo piano è quella di raggiungere maggiore efficienza “dall’ottimizzazione delle attività” con una semplificazione di processi e prodotti “attraverso l’automazione e la digitalizzazione” all’interno di un contesto di debole crescita economica e di tassi negativi previsti per i prossimi anni in Europa.
Secondo le indiscrezioni, Unicredit si starebbe preparando a usare massicciamente (sarebbero 7-8 mila gli esuberi in Italia) la carta di Quota 100 per far quadrare i conti alleggerendo il carico di dipendenti della banca. Attualmente sono 86 mila i dipendenti totali del gruppo Unicredit di cui buona parte in Italia.
Quota 100 è il provvedimento bandiera della Lega di Salvini contenuto nella Manovra 2019 che permette, su base volontaria, il pensionamento anticipato di chi ne abbia determinati requisiti (almeno 62 anni e 38 di contributi).