Investimenti in startup e Pmi innovative, scattano i nuovi incentivi fiscali. Quanto sono e come sfruttarli?
Per chi investe in startup e Pmi innovative scattano i nuovi incentivi fiscali, più alti e più estesi. Ieri è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto attuativo che disciplina le modalità di accesso agli sgravi per questa tiopologia di investimenti, effettuati sia da persone fisiche che da società.
Da una parte il provvedimento potenzia gli incentivi fiscali per gli investimenti in capitale di rischio nelle startup innovative, passando ad una aliquota unica del 30% ed eliminando quindi quelle precedentemente in vigore, che variavano da un minimo del 19 al 27%. Dall’altra estende gli incentivi a tutte le Pmi innovative.
Ma quali società rientrano effettivamente nella categoria di Pmi innovativa così da capire se poter beneficiare degli incentivi fiscali? Il provvedimento fa riferimento alla definizione europea: le Pmi innovative sono società di capitali con meno di 250 addetti e un fatturato annuo inferiore a 50 milioni di euro e che rispettano almeno due dei seguenti requisiti:
– hanno sostenuto spese in ricerca e sviluppo per una quota pari ad almeno il 3% del maggiore valore tra costo e valore della produzione;
– la forza lavoro è costituita per almeno 1/3 da titolari di laurea magistrale o per almeno 1/5 da dottori di ricerca, dottorandi o ricercatori;
– sono titolari di una privativa industriale o di un software registrato.
Gli incentivi fiscali agli investimenti in startup e Pmi innovative consistono per le persone fisiche in una detrazione dall’imposta sul reddito (Irpef) pari al 30% dell’ammontare investito, per un conferimento massimo di 1 milione di euro, mentre per le società di capitali in una deduzione dall’ammontare imponibile a fini Ires pari al 30% dell’investimento, con soglia fissata a 1,8 milioni di euro.