Nestlé annuncia lancio etichetta a semaforo Nutriscore, Codacons e Coldiretti insorgono
Il Codacons e la Coldiretti scendono in campo per dire no al sistema del “semaforo” in etichetta Nutriscore, che la multinazionale Nestlé ha deciso di lanciare sui suoi prodotti venduti in Europa. L’etichetta nutrizionale, ha annunciato il colosso svizzero, inizierà a essere presente nelle confezioni dei suoi prodotti in Francia, Belgio e Svizzera, dove le autorità sanitarie nazionali già raccomandato il bollino.
Il bollino classifica gli alimenti con cinque colori e altrettante lettere da A a D secondo il loro contenuto di ingredienti ‘buoni’ (fibre, frutta) o ‘cattivi’ (grassi, zuccheri).
Lo scopo dell’etichetta è di incentivare o disincentivare l’acquisto di prodotti sulla base della loro composizione calcolata su 100 grammi o 100 ml.
La stessa Nestlé ha precisato tuttavia che in Germania dovrà aspettare ancora, visto che nel paese non esiste ancora un quadro legale che disciplini il bollino, operativo invece in Francia e Belgio. Anche la Spagna ha annunciato la sua introduzione, mentre tra i paesi che stanno discutendo sulla necessità o meno di far ricorso a tale sistema di etichettatura ci sono il Portogallo, il Lussemburgo e la Svizzera.
Tornando al caso della Germania, ci sono in realtà già alcuni grandi nomi che hanno iniziato ad adottare il sistema del semaforo: si tratta di Danone e Iglo, anche se nei confronti di quest’ultima è scattato il divieto dei tribunali tedeschi.
In Italia, l’annuncio di Nestlé si è scontrato immediatamente con il no delle varie associazioni di settore, contrarie all’utilizzo dell’etichetattura Nutriscore.
Così il presidente della Codacons, Carlo Rienzi:
“Più che un sistema per indirizzare i consumatori verso una corretta alimentazione sembra uno scherzo. Il semaforo in etichetta è una semplificazione estrema, fuorviante ed ingannevole per i consumatori, con effetti negativi per tutti (agricoltori, utenti, e Made in Italy). Il messaggio lanciato dal semaforo è che alcuni prodotti facciano male a prescindere, senza tenere conto delle quantità consumate. Così facendo si confondono i consumatori e si arreca un danno ai produttori di determinati alimenti, come olio d’oliva, prosciutto e formaggi, tutti prodotti dove l’Italia primeggia rispetto al resto del mondo. Semmai andrebbe incentivata la lettura delle indicazioni nutrizionali, così da far capire ai cittadini le quantità giuste da consumare ogni giorno a seconda dell’alimento”.
Rienzi ha continuato: “Per tale motivo siamo pronti a dichiarare guerra alle multinazionali dell’alimentare, anche attraverso boicottaggi mirati delle aziende che adotteranno tale sistema”.
Altrettanto severo il giudizio della Coldiretti, che ha definito il Nutriscore “intempestivo e sbagliato”.
“Con l’inganno delle etichette a semaforo si rischia di sostenere, con la semplificazione, modelli alimentari sbagliati che mettono in pericolo non solo la salute dei cittadini ma anche il sistema produttivo di qualità del Made in Italy”. Lo ha detto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, commentando la decisione di Nestlé:
“Si tratta di una decisione intempestiva e sbagliata che cerca di condizionare il dibattito in corso nell’Unione Europea per individuare un approccio armonizzato dopo il traffic light inglese e il nutriscore francese ma anche quello a livello internazionale dove l’Italia ha recentemente sventato il tentativo di promuovere bollini allarmistici che avrebbero colpito le tipicità Made in Italy in una risoluzione dell’Onu. Il sistema di etichettatura a semaforo è fuorviante, discriminatorio ed incompleto e finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. Si rischia di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di bocciare elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma le cui semplici ricette non possono essere certo modificate”.
Ancora Prandini: “E’ inaccettabile spacciare per tutela del consumatore un sistema che cerca invece di influenzarlo nei suoi comportamenti orientandolo a preferire prodotti di minore qualità anche perchè l’equilibrio nutrizionale va ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e non certo sullo specifico prodotto”.