Dollaro solido, Fed non taglierà i tassi a giugno. Euro, ING: ‘anche a causa dell’Italia non andrà oltre questo range’
Focus sul Dollar Index, che misura la performance del dollaro nei confronti di un paniere costituito dalle più importanti valute in circolazione.
L’indice rimane inchiodato attorno a 97,569, comunque vicino al record delle ultime due settimane testato nelle ore precedenti.
Focus sull’euro, che viaggia in lieve rialzo al di sopra di quota $1,12, a $1,1217. In una nota gli analisti di ING si sono mostrati cauti sul rapporto EUR-USD, affermando che, “nonostante il contesto, per il dollaro, che dovrebbe essere più debole nel corso di questa estate, ci sono sufficienti fattori negativi per l’euro (atteggiamento dovish della Bce, guerre commerciali, Italia e Brexit per fare qualche nome), che impediranno all’EUR-USD di andare quest’anno oltre il range compreso tra $1,10 e $1,15”.
La sterlina è scesa invece verso il minimo del 2019, toccando quota $1,2575, al valore più debole da gennaio, anche se ora è in recupero sul biglietto verde a $1,2593.
Gli investitori temono che Boris Johnson, considerato il candidato più pro0babile a prendere il posto della premier Theresa May, possa portare il Regno Unito verso il worst case scenario del no-deal Brexit.
La solidità del dollaro si spiega con il fatto che il buon dato relativo alle vendite al dettaglio di febbraio ha ridotto le probabilità che la Federal Reserve di Jerome Powell tagli i tassi sui fed funds già nell’imminente riunione di dopodomani, mercoledì 19 giugno.
Piuttosto, si scommette su un taglio dei tassi a luglio, con una probabilità – stando al FedWatch di CME Group- pari all’85%. Dopo il dato positivo sulle vendite al dettaglio Usa, le probabilità di un taglio dei tassi nel meeting di dopodomani sono scese dal 28,3% precedente la pubblicazione del dato al 21,7%.