Renault pensa ancora a Fca e teme lo tsunami cinese per l’auto
Renault non nasconde la voglia di nozze con Fca. Il gruppo transalpino, alle prese con le spinose trattative con l’alleanto Nissan, ieri è tornato a parlare della mancata fusione con Fca. Nel corso dell’assemblea generale del gruppo transalpino tenutasi ieri a Parigi, il presidente di Renault Jean-Dominique Sénard, ha difeso la logica che stava dietro all’operazione proposta da Fca e che è stata ritirata il 6 giugno in seguito a resistenze politiche. Sénard ha inoltre smentito le voci sulle sue possibili dimissioni, alimentate ieri da Reuters secondo cui Emmanuel Macron avrebbe rifiutato di incontrarlo. Sénard ha pure precisato che l’idea di lavorare a una fusione con Fca non è stata sua ma del ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, che mesi fa gli avrebbe “suggerito” di parlare con il presidente di Fca, John Elkann.
“Il progetto resta nella mia mente come un tema assolutamente notevole ed eccezionale, c’era una reale potenziale di successo”, ha dichiarato il presidente di Renault, senza sbilanciarsi circa la possibilità che in futuro si possa riaprire una trattativa. Un legame tra Fca e Renault avrebbe permesso finalmente di creare un campione europeo dell’auto, sbocco importante anche alla luce dei profondi cambiamenti in corso nell’industria auto mondiale “a cominciare dal rapido sviluppo di quella cinese, e il rischio di tsunami per l’industria delle nostre regioni“, ha rimarcato il presidente di Renault.
Lo spauracchio Cina per l’industria auto
Sénard per enfatizzare il rischio che si corre riguardo all’avanzata cinese nel settore, ha fatto un parallelismo con quanto accaduto nel settore pneumatici quando lui era alla guida di Michelin. In cinque anni gli pneumatici cinesi sono passati dal 5 al 30% del mercato. “Quello che accadrà sull’auto è a mio avviso della stessa natura – ha detto Sénard – In quanto presidente ho un dovere di anticipazione nei vostri confronti. Se non lo facessi avreste ragione a rimproverarmelo quando ciò accadrà”.