Banche e oil zavorrano Piazza Affari, asta Bot non frena lo spread
Si conferma l’intonazione negativa di Piazza Affari nonostante i buoni riscontri dell’asta Bot. Il Ftse Mib cede lo 0,52% a quota 20,502 complice la debolezza delle banche e dei titoli oil. Tra le big si segnala il -1,31% di Eni che paga il calo dei prezzi del petrolio, peggio fanno Saipem che cede oltre il 3%, così come Tenaris che prepara il delisting dalla Borsa argentina e ha annunciato che a partire dal prossimo 5 agosto, Alicia Mondolo assumerà la carica di chief financial officer (Cfo) al posto del dimissionario Edgardo Carlos.
Tra i settori più deboli oggi ci sono poi le banche: -1,61% Banco BPM, -1,56% Unicredit e -2,38% Bper. Non aiuta lo spread che è in risalita a 262 pb nonostante l’asta Bot, la prima del mese di giugno, che ha visto l’allocazione di titoli a un anno per 6,5 miliardi di euro al tasso dello 0,069%, in flessione di 5 punti base rispetto all’asta di Bot di analoga durata tenuta il mese scorso. Solida la domanda che ha sfiorato quota 10 miliardi (9,99 miliardi di euro), con un bid-to-cover (rapporto di copertura) di 1,54. Domani si replica con l’assegnazione di Btp a 3, 7 e 15 anni per massimi 6,5 miliardi.
Oggi il ministro del Tesoro, Giovanni Tria, ha detto che il rapporto deficit/Pil dovrebbe scendere dal 2,4%,verso il 2,2-2,1‰ grazie “ad entrate tributarie e non tributarie aggiuntive” e ai “risparmi significativi” nei fondi destinati a quota 100 e reddito di cittadinanza.