Aut aut Conte: con procedura infrazione tutti a casa. ‘Italia rischierebbe spread difficilmente controllabile’
“Se non è come a dicembre, rischiamo di andarcene tutti a casa. Di certo me ne vado io. Devo poter condurre insieme al ministro dell’ Economia, Giovanni Tria, il negoziato senza distonie e cacofonie”. Così, in un colloquio con il Corriere della Sera, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, auspica che il dialogo con Bruxelles per evitare la procedura di infrazione vada a buon fine, senza distonie e cacofonie, per l’appunto.
La procedura di infrazione, spiega Conte, “viene avviata con le regole attuali e con queste bisogna fare i conti. Lo dico agli alleati ma anche al Paese che produce e fatica ogni giorno: una procedura per debito eccessivo va evitata. Esporrebbe l’Italia a uno spread difficilmente controllabile; e a fibrillazioni dei mercati finanziari che, in caso di declassamento da parte delle agenzie internazionali di rating, renderebbero più difficile al governo collocare il nostro debito sui mercati. Ecco perché occorre unitarietà di intenti e chiarezza di obiettivi. Quando si fa un negoziato bisogna avere nitido il risultato da raggiungere, e mantenersi lucidi e tenaci. Non posso e non voglio assumermi la responsabilità di esporre il sistema-Paese a rischi inutili”.
E un attenti va alla Lega, uscita trionfante dalle elezioni europee:
“Non vorrei che una Lega forte del risultato della consultazione europea si lasciasse prendere da prospettive di predominio, e assumesse via via atteggiamenti sempre più strumentali”.
“Se la Lega aspira a capitalizzare un consenso politico in un sistema fondato sulla democrazia parlamentare come il nostro, non può che passare da elezioni politiche. Insomma deve assumersi la responsabilità di chiedere nuove elezioni politiche e poi vincerle. Le Europee hanno una logica e prospettive diverse …”.
Tra l’altro, secondo il presidente del Consiglio, il Paese vuole “uscire da queste diatribe continue. O forse perché cerco di additare gli interessi generali. È singolare che in campagna elettorale mi dessero del grillino, schierato con Di Maio. Adesso mi accusano di essere “mattarelliano”. Tra l’ altro, essere in sintonia col capo dello Stato è un onore”.