Ue considera giustificata procedura infrazione contro Italia. E per Fmi debito italiano rischio come Hard Brexit
La buona notizia, se proprio la si vuole trovare, è che nessuna procedura di infrazione contro l’Italia è stata avviata, nella giornata di oggi. Quello che è successo stamattina – confermato sia dal numero due della Commissione europea Valdis Dombrovskis che dal commissario agli Affari economici e monetari Pierre Moscovici, non è stato il lancio di alcun procedimento.
Piuttosto, oggi è arrivato l’annuncio propedeutico all’avvio di un qualsiasi eventuale iter. La Commissione europea, praticamente, ha reso noto di aver raccomandato al Consiglio europeo di aprire una procedura disciplinare contro l’Italia. Motivo: la violazione, da parte di Roma, delle regole fiscali europee.
Sulla questione tuttavia, come ha detto lo stesso Dombrovskis, dovrà esprimersi il Comitato economico e finanziario, che, in base a quanto statuisce il Trattato sull’Unione europea, è responsabile dell’esame della situazione economica e finanziaria dei Paesi dell’Unione.
C’è da dire che, mentre la Commissione europea rendeva note le sue raccomandazioni e il rapporto sul debito italiano, un altro alert sui conti pubblici arrivava, stando a quanto riportato da Reuters, dal Fondo Monetario Internazionale.
Reuters ha avuto accesso, infatti, a un documento Ue che anticipa un rapporto che l’istituzione di Washington presenterà la prossima settimana. In questo rapporto, il debito italiano viene presentato come uno dei principali rischi che incombono sull’economia dell’Eurozona allo stesso livello della guerra commerciale e di una Hard Brexit.
Tornando alla doccia fredda sull’Italia arrivata da Bruxelles, nel rapporto della Commissione europea si legge che il paese non ha “rispettato la regola del debito nel 2018, nel 2019, e non lo farà neanche nel 2020″, motivo per cui la “procedura per debito eccessivo è giustificata“.
Dal rapporto emerge che l’Italia ha sforato di 7,5 punti percentuali il debito-Pil del 2018 previsto. Non solo. L’outlook è di una deviazione ancora più significativa: Bruxelles stima infatti uno sforamento di 9 punti percentuali sul rapporto debito-Pil 2019 e di 9,5 punti sul 2020.
Tra l’altro Dombrovskis ha lanciato più di un monito al governo M5S-Lega, affermando che i danni sull’economia italiana causati dalle scelte di politica economica prese dall’esecutivo si vedono.
“Quando guardiamo all’economia (italiana), rileviamo i danni delle misure (adottate dal governo italiano) adottate di recente”, ha detto Dombrovskis.
In particolare il funzionario si è riferito ai costi legati al rialzo dei tassi di interesse sui titoli di Stato, che sono superiori di 2,2 miliardi a quanto l’Ue prevedesse nelle stime della primavera del 2018.
Praticamente, ha fatto notare il vice di Jean-Claude Juncker, “oggi l’Italia paga il servizio debito per un valore pari quasi alle spese (dello Stato) per l’istruzione”. Secondo le stime Ue, per la precisione, l’Italia avrebbe pagato lo scorso anno 65 miliardi di euro in interessi sul debito, “così come per l’intera istruzione”.
Anche Dombrovskis, così come il commissario francese Pierre Moscovici, ha precisato comunque che ad oggi nessuna procedura di infrazione è stata formalmente avviata contro l’Italia. Dal canto suo Moscovici ha tenuto a precisare, parlando italiano che, nei confronti dell’Italia, “la mia porta rimane aperta”.
Ma quali saranno a questo punto le date cruciali in cui si deciderà il destino dell’Italia?
Reuters ha segnalato i giorni compresi tra l’11 e il 19 giugno:
“Se la Commissione dovesse ribadire che una procedura di infrazione sarebbe giustificata, i ministri delle finanze dell’Unione europea che fanno parte del Comitato economico e finanziario avrebbero due settimane, fino al 19 giugno, per decidere se avallare quanto scritto dalla Commissione.
La decisione potrebbe arrivare in occasione della prossima riunione dell’Ecofin, in calendario i prossimi 13 e 14 giugno. A quel punto, se i ministri delle finanze avallassero il Rapporto sul debito, la Commissione Ue potrebbe raccomandare in qualsiasi momento l’apertura formale di una procedura disciplinare.
20-21 giugno: In occasione del summit trimestrale dei leader Ue, il primo ministro Giuseppe Conte avrebbe l’occasione di discutere in merito alla procedura per debito eccessivo con il presidente uscente della Commissione, Jean-Claude Juncker.
8-9 luglio: I ministri delle finanze Ue si riuniranno a Bruxelles in occasione del consueto meeting mensile: è in questa riunione che potrebbero decidere di aprire o meno una procedura disciplinare contro l’Italia in modo formale, se raccomandata ancora dalla Commissione.
Per questo, Moscovoci nel suo discorso di oggi ha precisato che, “come avviene sempre con tutti gli Stati, siamo pronti a valutare nuovi dati che potrebbero modificare la nostra analisi”.
La strada del dialogo torna a essere però sbarrata dal vicepremier, leader della Lega e ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha commentato così la pubblicazione del rapporto sul debito Ue:
“Il dibattito sui giornali in questi giorni è incredibile: ‘Ma l’Europa vi manda la lettera, l’Europa richiama, l’Europa vigila, l’Europa vi bacchetta…’. In un comizio ad Ascoli Piceno, Salvini torna a precisare le priorità dell’Italia: “Noi non vogliamo andare in Europa a chiedere i soldi degli altri. Non abbiamo bisogno dei soldi degli spagnoli, dei tedeschi e dei francesi. Noi vogliamo andare in Europa a chiedere la dignità e il diritto al lavoro per gli italiani, usare per gli italiani i soldi degli italiani. Non abbiamo bisogno di altri che ci paghino il debito. Ma se gli italiani non lavorano il debito cresce. Non ci vuole uno scienziato per capirlo, basta guardare quello che si è fatto negli ultimi dieci anni: taglia, taglia, taglia; e il debito cresce. Dobbiamo fare il contrario, altrimenti non puoi assumere medici e chiudi gli ospedali, non puoi assumere poliziotti e chiudi i posti di polizia, non puoi assumere giudici e chiudi i tribunali. È il momento di riaprire, di ricostruire”.
La strada del populismo viene scelta anche dall’altro vicepremier, Luigi Di Maio:
“Sono anni che diamo senza ricevere, o che riceviamo meno di quanto ci spetterebbe, anni che siamo totalmente ignorati sulla questione migranti, ad esempio. Ci lasciano tutto il peso e, come se non bastasse, poi ci fanno pure la morale. Così non va bene, così è troppo facile”.
Di Maio sottolinea anche, attraverso un post su Facebook, che “noi siamo persone serie, l’Italia è un paese serio, che rispetta la parola data. Quindi andremo in Europa e ci metteremo seduti al tavolo con responsabilità, non per distruggere, ma per costruire. Però è molto seccante che ogni giorno si trovi un motivo diverso per parlare male dell’Italia e di questo governo!”