Ultimatum Conte a Salvini e Di Maio mentre Ue pronta a colpire. E Giorgetti parla di crisi atomica
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si toglie più di un sassolino dalla scarpa, nel corso della conferenza stampa con cui lancia l’ultimatum ai suoi due vice Matteo Salvini e Luigi Di Maio. I due rispondono confermando la volontà di far funzionare questo governo ancora più malandato e lacerato da forti tensioni interne a seguito dell’esito delle elezioni europee – che hanno ‘consacrato’ la leadership del leader della Lega -, ma Giancarlo Giorgetti torna a frantumare le speranze già flebili che qualcosa possa cambiare.
Tutto questo, mentre mancano poche ore al verdetto della Commissione europea, atteso domani mercoledì 5 giugno, dopo la risposta che l’Italia ha dato alla lettera con cui l’Ue ha chiesto chiarimenti sulla dinamica del debito.
Nella sua edizione odierna, il Sole 24 Ore anticipa che “la procedura di infrazione” per debito eccessivo si fa più vicina.
“Le ultime indicazioni lasciano prevedere che salvo sorprese l’esecutivo comunitario riterrà giustificata una tale scelta, che in ultima analisi dipenderà dal Consiglio, possibilmente in luglio – scrive il quotidiano di Confindustria, ricordando che “la procedura per debito eccessivo, mai utilizzata finora, prevede una messa sotto tutela del paese. Quest’ultimo verrebbe chiamato dal Consiglio, «sulla base di una raccomandazione della Commissione», a una riduzione del debito entro precise scadenze“.
“Secondo le informazioni raccolte qui a Bruxelles – continua l’articolo – la relazione della Commissione conterrebbe dati eclatanti sulle ripetute manchevolezze dell’Italia in questi anni. Per esempio, il divario nel 2019 tra obiettivo e previsioni nella riduzione del debito sarebbe del 9%”.
E’ in questa situazione che il premier Conte lancia un aut aut ai suoi due vice, esprimendo tutta la sua frustrazione per le continue schermaglie scambiate tra la Lega e il M5S: Conte chiede a M5S e Lega, nel corso della conferenza stampa, di dire «se hanno intenzione di proseguire nello spirito del contratto stipulato» visto che, senza una «assunzione di responsabilità rimetterò il mandato».
Immediate le risposte. Salvini dice che la Lega c’è, e che si va avanti se tutti mantengono la parola. Di Maio parla di un M5s leale con il governo, ma aggiunge anche: “basta attacchi e temi divisivi; subito un vertice”.
Così il presidente del Consiglio tra i passaggi chiave del suo discorso:
“Personalmente resto disponibile a lavorare nella massima determinazione di un percorso di cambiamento. Ma non posso compiere questa scelta da solo. Le due forze politiche devono essere consapevoli del loro compito”.
“Se ciò non dovesse esserci non mi presterò a vivacchiare per prolungare la mia presenza a palazzo Chigi. Molto semplicemente rimetterò il mio mandato”.
“L’esperienza di governo ha dovuto convivere con un ciclo serrato di tornate elettorali con campagna elettorale pressoché permanente e ne ha risentito il clima di coesione delle forze di governo. Io stesso avevo sottovalutato questo aspetto”, ha detto ancora “In particolare il voto delle europee, molto complesso, ha accreditato l’immagine di uno stallo nell’attività di governo: questa è una falsità, il governo ha continuato a lavorare perché è iniziata la fase due, dopo la fase 1″.
Il premier ha chiesto anche “parole univoche per la fiducia dei mercati”, indicando che “la prossima manovra, dovrà assicurare un “equilibrio dei conti” perché “le regole europee rimangono in vigore finché non riusciremo a cambiarle”. I provvedimenti che il governo deve adottare, insomma, “richiedono visione, coraggio, tempo, impongono di uscire dalla dimensione della campagna elettorale e entrare in una visione strategica e lungimirante, diversa dal collezionare like nella moderna agorà digitale“.
A dispetto delle rassicurazioni che arrivano dai diretti interessati, arriva però la profezia del sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti:
Stando a quanto riporta oggi Repubblica, l’esponente di spicco della Lega, già molto critico prima delle elezioni europee, vede ‘pioggia radioattiva’ intorno all’esecutivo.
“Perché se poi non piove grandine ma pioggia nucleare, radioattiva, hai voglia allora a farti ombrello. Non basta, l’ombrello si scioglie…”, sono le parole di Giorgetti che riporta il quotidiano guidato da Carlo Verdelli.
L’incontro coi giornalisti del presidente del Consiglio lo ha visto fino a un certo punto, confessa.
“Flat tax sì, ma inserita in una più ampia riforma fiscale, Tav sì ma non così, farsi valere in Europa sì, ma la procedura d’infrazione ci farebbe male. Ricorda Walter Veltroni? – è la domanda retorica e beffarda del bocconiano ai vertici della Lega – Sì, ma anche, sì, ma anche… Ecco, troppi ‘ma anche’, temo».