Appello di Conte a Lega e M5S: lealtà o lascio (Il Sole 24 Ore)
“Appello di Conte a Lega e M5S: lealtà o lascio”. Così in prima pagina nell’edizione odierna il Sole 24 Ore riassume il discorso proferito nel tardo pomeriggio di ieri dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Un appello, quello del premier, che sa di ultimatum.
Conte ha chiesto a M5S e Lega, nel corso della conferenza stampa, di dire «se hanno intenzione di proseguire nello spirito del contratto stipulato» visto che, senza una «assunzione di responsabilità rimetterò il mandato».
“Immediate le risposte. Salvini: la Lega c’è, si va avanti se tutti mantengono la parola. Di Maio: M5s leale con il governo, ma basta attacchi e temi divisivi; subito un vertice”.
Il presidente del Consiglio tra i passaggi chiave del suo discorso:
“Personalmente resto disponibile a lavorare nella massima determinazione di un percorso di cambiamento. Ma non posso compiere questa scelta da solo. Le due forze politiche devono essere consapevoli del loro compito”.
“Se ciò non dovesse esserci non mi presterò a vivacchiare per prolungare la mia presenza a palazzo Chigi. Molto semplicemente rimetterò il mio mandato”.
“L’esperienza di governo ha dovuto convivere con un ciclo serrato di tornate elettorali con campagna elettorale pressoché permanente e ne ha risentito il clima di coesione delle forze di governo. Io stesso avevo sottovalutato questo aspetto”, ha detto ancora Conte. “In particolare il voto delle europee, molto complesso, ha accreditato l’immagine di uno stallo nell’attività di governo: questa è una falsità, il governo ha continuato a lavorare perché è iniziata la fase due, dopo la fase 1”.
Il premier ha chiesto anche “parole univoche per la fiducia dei mercati”, indicando – così come riporta l’agenzia di stampa Ansa, che “la prossima manovra, dovrà assicurare un “equilibrio dei conti” perché “le regole europee rimangono in vigore finché non riusciremo a cambiarle”.
I provvedimenti che il governo deve adottare “richiedono visione, coraggio, tempo, impongono di uscire dalla dimensione della campagna elettorale e entrare in una visione strategica e lungimirante, diversa dal collezionare like nella moderna agorà digitale”.