Fiammata spread, Salvini snobba rischio multa Ue. Borghi: ‘più deficit e 100 opere pagate da Bce’
La Lega di Matteo Salvini esce trionfante dalle elezioni europee dello scorso 26 maggio. Effetto immediato: Salvini continua a promettere di tutto e di più.
Conseguenza immediata: lo spread punta con decisione verso l’alto, riavvicinandosi pericolosamente alla soglia di 300 punti, al momento poco al di sotto dei 290 punti.
Il differenziale sconta il ritorno delle vendite sui BTP, che mettono sotto pressione, a causa del fenomeno del doom loop, anche i titoli delle banche italiane. Anche l’euro è vittima degli smobilizza.
Tutti questi asset finanziari pagano le indiscrezioni circolate nel pomeriggio di ieri, riportate da Bloomberg, secondo cui l’Italia che non fa i compiti di Bruxelles rischierebbe una multa da 3,5 miliardi di euro . La fiammata dello spread è legata tuttavia non tanto ai rumor quanto alla reazione del vicepremier e ministro dell’Interno Salvini che, forte della vittoria incassata al voto per il rinnovo del Parlamento Ue, si fa ancora più beffe dei vincoli e delle regole di Bruxelles. Tanto da sparare cifre vertiginose sulla flat tax al 15% per famiglie e imprese, che finirebbe per pesare sulle casse dello stato fino a 50 miliardi di euro.
D’altronde, il leader della Lega lo ha sempre detto: ciò che vuole per l’Italia è una rivoluzione fiscale, uno shock fiscale simile a quello lanciato in America da Donald Trump.
Nel suo intervento a Porta a Porta, Salvini dice anche di guardare e di star studiando le ricette economiche di alcuni Paesi, oltre agli Usa, come “Brasile e Giappone, che hanno rilanciato l’economia”, tornando a sfidare Bruxelles: “Basta con questi vincoli, austerity, disoccupazione, precarietà. I popoli europei hanno chiesto cambiamento, novità, futuro, lavoro”.
Non importa che poco prima, a seguito delle sue ennesime dichiarazioni anti-europeiste, spread e banche fossero già tornate nel mirino dei sell off , così come non importa neanche che, per ‘colpa’ dell’Italia, l’euro sia tornato a scivolare sotto quota $1,12.
La prospettiva di una multa comminata da Bruxelles non cambia i piani di Salvini: la sua crociata contro l’Europa va avanti. Anzi, il vicepremier lancia un messaggio alla Commissione europea:
“Aspetto di leggere la lettera dell’Ue ma credo che la Commissione europea debba e possa prendere atto che i popoli ieri hanno votato per il cambio e la crescita: quello che è chiaro che non si alzano le tasse, che l’aumento dell’Iva non esiste”.
“E’ in arrivo – aveva confermato tra l’altro il ministro dell’Interno in mattinata- una lettera della commissione Europea sull’economia del nostro Paese e penso che gli italiani diano mandato a me e al governo di ridiscutere in maniera pacata parametri vecchi e superati”.
Secondo Salvini, “di tagli ed eccesso di prudenza l’Italia ha rischiato di spegnersi” e il risultato delle elezioni è “un invito a fare il contrario di quello che ci è stato imposto fino all’anno scorso per il bene dell’Europa e dei mercati e l’Italia cresce se le aziende e i lavoratori pagano meno rispetto a quello che si paga oggi. Non siamo noi che vogliamo sforare. Se noi fossimo costretti a rispettare numeri e vincoli vecchi, il debito crescerebbe. Noi vogliamo ridurlo e avere il credito delle istituzioni europee per fare il contrario di quello che hanno fatto i Monti i Gentiloni: ossia restituire soldi”.
Tutto questo, mentre l’economista leghista Claudio Borghi, in un’intervista all’Huffington Post, non ha alcuna remora ad attaccare ulteriormente i vincoli Ue.
Borghi parla della decessità di “individuare al Parlamento europeo una lista di 100 opere per tutta l’Europa, a iniziare dalla Tav“, riproponendo che i lavori “vengano finanziati dalla Bei, la Banca europea per gli investimenti, che emette obbligazioni” e che queste obbligazioni vengano “comprate dalla Bce. Così la Bce crea denaro che invece di essere utilizzato per il quantitative easing viene messo in circolo per fare cose. In questo modo questi 100 grandi lavori non sarebbero pagati da nessuno debito, ma dal denaro della Bce”.
Insomma, il Borghi pensiero si può condensare nella seguente frase dell’Huffington Post:
“Più deficit per finanziare la manovra e fare quindi la flat tax, una lista di 100 opere con in testa la Tav da far pagare alla Bce, via il pareggio di bilancio dalla Costituzione”.
Riguardo al deficit, il presidente della Commissione bilancio della Camera ha insistito: “Nessuno rispetta questo parametro, la Francia quest’anno farà il 3,5 per cento, il Portogallo, che tanti economisti celebrano come modello virtuoso, ha fatto il doppio del nostro deficit negli ultimi dieci anni. Se l’economia arretra fare deficit non è una bestemmia”.