Parmigiano reggiano nelle mire dei francesi di Lactalis: in campo anche l’italiana Granarolo
I francesi puntano a mettere le mani sul parmigiano reggiano. Il colosso alimentare Lactalis avrebbe manifestato interesse a rilevare il gruppo Nuova Castelli, principale esportatore italiano di parmigiano reggiano. Dopo Parmalat si tratterebbe del secondo colpo grosso in Italia per la famiglia Besnier. Lactalis, come scrive Il sole 24 Ore, avrebbe manifestato il suo interesse nel processo in corso da mesi e gestito da Rothschild per individuare nuovi partner industriali per Nuova Castelli.
Nuova Castelli: non solo Lactalis ecco chi sono gli altri interessati
Come scrive il quotidiano di Confindustria, da inizio anno il socio di controllo del gruppo, il fondo britannico Charterhouse, sta studiando l’ingresso di un partner finanziario tramite un aumento di capitale da 40-50 milioni. Tra i fondi che avrebbe esaminato il dossier Capvest, Oxy Capital e QuattroR. Tuttavia secondo il quotidiano di Confindustria Charterhouse potrebbe puntare non tanto a un’alleanza con un fondo di private quity, quanto piuttosto sulla vendita del pacchetto di controllo a un gruppo industriale.
Un boccone particolarmente ghiotto il gruppo Nuova Castelli considerando che nel 2018 ha avuto un giro d’affari di 460 milioni, con 27 milioni di ebitda e 190 milioni di debito di cui 100 mln garantiti alle banche con forme di parmigiano. L’azienda produce vari prodotti dal parmigiano reggiano Dop al grana, gorgonzola, taleggio, mozzarella di bufala e pecorino toscano e tra i suoi mercati esteri di riferimento oltre a Gran Bretagna, Russia e Germania annovera anche la Francia. Un boccone che fa gola non solo a Lactalis.
A interessarsi al parmigiano reggiano anche un terzo fondo e il gruppo italiano Granarolo. Proprio l’interesse da parte di Granorolo è visto con favore da parte di Uecoop, l’Unione europea delle cooperative. Il mondo cooperativo – spiega Uecoop – è presente in ogni settore del cibo Made in Italy, dal latte ai formaggi, dalla carne ai cereali, dall’ortofrutta all’olio e al vino creando filiere virtuose in grado di generare sviluppo economico e occupazione sui territori di riferimento, mentre con le multinazionali straniere – conclude Uecoop – il rischio è sempre quello della delocalizzazione produttiva, gestionale o finanziaria come si è visto quando Parmalat è finita nelle mani dei francesi.
Coldiretti e Uecoop contro la svendita ai francesi
Contro la svendita del Parmigiano Reggiano ai francesi si schiera anche la Coldiretti che chiede di non ripetere gli stessi errori commessi in passato con la cessione della Parmalat alla Lactalis. L’operazione – sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – rafforzerebbe l’egemonia francese mettendo le mani su prodotti italiani a denominazione di origine (Dop) più venduti nel mondo, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, fino al Gorgonzola, al Taleggio, alla Mozzarella di bufala campana e al Pecorino Toscano. La Nuova Castelli è tra l’altro il principale esportatore italiano di Parmigiano Reggiano ed è una realtà specializzata nella distribuzione di prodotti alimentari con oltre 1.000 dipendenti distribuiti su circa 20 impianti in Italia e all`estero. Nel 2018 la società ha avuto un giro d`affari di 460 milioni. La difesa dei marchi storici è necessaria perché – afferma Prandini – si tratta spesso del primo passo della delocalizzazione che si realizza con lo spostamento all’estero delle fonti di approvvigionamento della materia prima agricola e con la chiusura degli stabilimenti e il trasferimento di marchi storici e posti di lavoro fuori dai confini nazionali.