Martedì di corsa per Piazza Affari, risalgono Stm e Telecom
Gli Usa tentano di stemperare le tensioni con la Cina agevolando un sospiro di sollievo per i mercati dopo le vendite della vigilia dettate dal caso Huawei. Oggi il Dipartimento del Commercio statunitense ha fatto sapere che concederà una licenza temporanea, di 90 giorni, per acquistare alcuni prodotti americani, così da garantire il funzionamento dei network già esistenti e a chi utilizza gli smartphone del gigante cinese di effettuare gli aggiornamenti ai software necessari.
Clima più sereno che ha favorito Piazza Affari. Il Ftse Mib ha chiuso a +0,77% a quota 20.698 punti. Bene anche lo spread che si è stretto andando a chiudere in area 270 pb.
Sul parterre di Piazza Affari spicca il balzo nell’ordine del 4,45% per STM che ieri aveva pagato duramente la stretta Usa su Huawei con il mercato che ha prezzato il rischio che anche il gruppo italo-francese tagli le forniture verso il gruppo cinese.
Molto bene anche Telecom Italia (+2,25%) che ieri sera ha diffuso i conti del primo trimestre 2019 con ricavi in flessione del 4,6% a 4,47 miliardi (-2,9% a livello organico) e con un margine operativo lordo (Ebitda) a 1,8 miliardi (-2,1% a livello organico), ma in deciso miglioramento rispetto al -9,9% registrato nell’ultimo trimestre 2018 e soprattutto superiore al -5% che emergeva dalle stime di consensus pubblicate sul sito di Tim. L’utile netto attribuibile ai soci della controllante si è attestato a 165 milioni. La società precisa che il dato comparabile – calcolato escludendo l’effetto derivante dall’adozione degli IFRS 16 – è di 193 milioni, sostanzialmente in linea con l’anno precedente (199 milioni).
Molto male invece Bper (-2,63%) che era arrivata anche a cedere oltre il 4%. Pesa la decisione dell’Antitrust di avviare un’istruttoria sull’operazione di acquisto di Unipol Banca.