Borsa Tokyo non brinda al Pil, Shanghai giù per timori guerra commerciale. Sidney su post elezioni
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo dello 0,24% a 21.301,73 punti, limando i guadagni. Focus sulla sorpresa Pil arrivata dal Giappone. Nei primi tre mesi del 2019, l’economia giapponese ha riportato un’espansione del 2,1% su base annua, stracciando le stime degli analisti, che avevano previsto un trend piatto o addirittura, come nel caso degli analisti di Bloomberg, una contrazione pari a -0,2%.
Su base trimestrale, il dato è salito dello 0,5%, facendo anche in questo caso molto meglio delle previsioni (flessione dello 0,1%), rispetto al precedente +0,4%, rivisto al ribasso dal +0,5% inizialmente reso noto.
L’espansione si è rafforzata rispetto al +1,6% di crescita dell’ultimo trimestre del 2018. A sostenere il trend, il balzo degli investimenti pubblici (+6,2% su base annua).
Nota negativa dal settore privato, che ha assistito a un calo delle spese in conto capotale, su base annua, dell’1,2%. Altri dettagli non sono stati positivi, come le spese per consumi (in calo) e le esportazioni e le importazioni, anch’esse in ribasso.
Reso noto, dal fronte macroeconomico del Giappone, anche il dato finale relativo alla produzione industriale, che ha messo in evidenza un calo, su base mensile, pari allo 0,6%, inferiore rispetto al -0,9% della lettura preliminare. Su base annua, la performance è stata di una flessione del 4,3%, rispetto al -4,6% della lettura preliminare.
Focus sulla borsa di Sidney (+1,69%), che ha visto protagonista il rally dei titoli finanziari successivo all’esito delle elezioni che, a sorpresa, hanno assegnato la vittoria ai conservatori di Scott Morrison, premier da nove mesi che aveva rimpiazzato il collega di partito Malcolm Turnbull in un golpe interno. Perdita cocente e inattesa per i laburisti dell’ex sindacalista Bill Shorten, che ha annunciato l’intenzione di non ricandidarsi alla guida del partito.
Il sottoindice dei titoli finanziari è balzato di oltre +5%, con i titoli di Commonwealth Bank of Australia balzati di oltre +6% e quelli di National Australia Bank che hanno fatto +7,61%. Australia and New Zealand Banking Group ha segnato un rally del 7,33%, mentre Westpac è volata dell’8,38%.
Borse cinesi invece in calo, Shanghai perde più dell’1%, Hong Kong -0,78%, dopo che alcune fonti hanno parlato di una pausa nelle trattative tra gli Stati Uniti e la Cina volte a risolvere le tensioni commerciali, il cui rinfocolarsi ha portato all’imposizione di nuovi dazi sia da parte degli Usa che, come ritorsione, da parte della Cina. Evidente l’escalation della guerra commerciale tra i due paesi.
Tra l’altro, nel fine settimana sono arrivate voci sulla decisione di Alphabet, la holding a cui fa capo Google, di smettere di fare affari con la cinese Huawei, da tempo nel mirino dell’amministrazione Usa, e recentemente inclusa nella lista nera delle società con cui è preferibile che le aziende Usa non abbiano rapporti di business.