Voglia di buy in Asia, azionario positivo: Tokyo +0,58%, Shanghai +1,77%. Ma Trump prepara schiaffo a Huawei
Voglia di recupero sui mercati azionari asiatici, sulla scia della ripresa della borsa Usa, che nella sessione di ieri ha visto l’indice Dow Jones Industrial riportare la sessione migliore dallo scorso aprile. Il listino ha guadagnato più di 200 punti, dopo averne persi più di 600 nella seduta di lunedì, a causa dell’escalation delle tensioni commerciali tra gli Usa e la Cina.
Sullo sfondo, poche sono in realtà le notizie positive, se si considera anche il forte rallentamento di alcuni dati macro chiave della Cina.
Tra l’altro, stando ad alcune indiscrezioni, il presidente Donald Trump si appresterebbe a firmare un ordine esecutivo considerato presupposto per vietare alle società telecom americane di utilizzare le attrezzature tlc prodotte dal colosso cinese Huawei.
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha guadagnato intanto nella sessione odierna lo 0,58% a 21.188,56 punti; Shanghai +1,77%, Hong Kong +0,94%, Sidney +0,68%, Seoul +0,59%.
Andando a esaminare i dati arrivati dal fronte macroeconomico della Cina, da segnalare che, nel mese di aprile, le vendite al dettaglio sono salite del 7,2% su base annua, meno del +8,6% atteso dal consensus e in deciso rallentamento rispetto al +8,7% precedente. Il ritmo di crescita del dato è il più basso dal maggio del 2003.
Dall’inizio dell’anno, le vendite al dettaglio sono aumentate dell’8%, rispetto al +8,4% stimato e al +8,3% precedente.
Sempre ad aprile la produzione industriale della Cina è salita del 5,4% su base annua, meno del +6,5% stimato dal consensus e in forte rallentamento rispetto al +8,5% di marzo. Dall’inizio dell’anno, la crescita è stata pari a +6,2% su base annua, come da attese e come nel mese precedente.
Ancora, gli investimenti in asset fissi della Cina (esclusi quelli rurali) sono saliti ad aprile del 6,1% su base annua, meno del +6,4% stimato dal consensus. In particolare gli investimenti del settore privato (che incidono sul dato per il 60%) sono cresciuti del 5,5%, rispetto al tasso del 6,4% riportato nel corso del primo trimestre.
Da segnalare anche che è entrata in vigore oggi la prima fase del taglio di RRR (di riserve che le banche cinesi devono detenere) deciso la scorsa settimana dalla People’s Bank of China, la banca centrale cinese.
La mossa è stata decisa per fornire maggiore liquidità alle piccole e medie imprese, e la prima fase prevede l’erogazione di finanziamenti di lungo termine del valore totale di 100 miliardi di yuan.
L’obiettivo della manovra, annunciata lo scorso 5 maggio, è quello di fornire una liquidità complessiva di 280 miliardi di yuan, l’equivalente di $41 miliardi, a quelle imprese che stanno soffrendo il rallentamento economico e che sono propense a scontare maggiormente l’escalation della guerra commerciale Usa-Cina.
La banca centrale ha precisato che il taglio delle riserve obbligatorie, deciso all’8%, interesserà 1000 banche commerciali rurali circa: la misura permetterà agli istituti di liberare risorse per fornire maggior credito alle imprese.