Piazza Affari archivia una settimana difficile, oggi exploit per Unipol e titoli lusso
Piazza Affari archivia una settimana difficile condizionata dal riemergere delle tensioni sul fronte dazi e per l’Italia dalla risalita dello spread (oggi rimasto sopra i 270 pb) tra tensioni nel governo e allarme Ue sui conti pubblici italiani. A due settimane dall’appuntamento con le elezioni europee del 26 maggio il Ftse Mib ha chiuso in moderato rialzo oggi (+0,28% a 20.874 punti) non riuscendo quindi a recuperare quota 21mila punti.
Oggi intanto è partito il rialzo dei dazi doganali dal 10% al 25% da parte degli Usa su 200 miliardi di dollari di prodotti cinesi. Washington e Pechino non sono riusciti a trovare ancora un’intesa e le trattative proseguiranno nel tentativo di evitare l’escalation della guerra commerciale.
Protagonisti a Milano i titoli del lusso. Moncler ha guadagnato il 3,2% a 36,67 euro dopo che nel primo trimestre 2019 il gruppo dei piumini ha visto i ricavi consolidati attestarsi a 378,5 milioni (+14%); il mercato apprezza anche le indicazioni positive circa il trend nei mesi di aprile e maggio sotto la spinta delle festività pasquali e di temperature rigide. Il presidente e ceo di Moncler, Remo Ruffini, ha rimarcato come la crescita dei ricavi a doppia cifra “conferma la forza del brand Moncler e la bontà della strategia”.
Tra le big italiane del lusso ruggisce in Borsa anche Salvatore Ferragamo, salita del 2,81%. Il titolo della maison fiorentina avanza di oltre il 3% a quota 19,44 euro sotto la spinta del cambio di giudizio deciso oggi da Morgan Stanley. La casa d’affari statunitense ha portato il rating a equalweight dal precedente underweight. Il prezzo obiettivo è invece passato da 16,5 a 18,50 euro. Il cda sui conti del primo trimestre è in agenda il prossimo 14 maggio.
Sul parterre di Piazza Affari si è mossa molto bene anche Unipol (+3,84%), arrivata a guadagnare oltre il 5% nel corso della seduta così come UnipolSai. la compagnia bolognesee ha diffuso i conti del primo trimestre (utile a 171 mln) e il nuovo piano industriale al 2021 che vede l’utile netto salire fino a 2 miliardi di euro con dividendi cumulati di 600 milioni e un Solvency Ratio atteso del 140-160%. Il ceo Carlo Cimbri lo ha definito un piano “ambizioso ma realizzabile”.
Tra i segni meno spicca invece Bper (-1,10%) dopo aver riportato un utile netto di 48 mln di euro nel primo trimestre, impattato negativamente dalla svalutazione integrale della quota relativa all’intervento del FITD in Banca Carige e del versamento del contributo ordinario per l’anno 2019 al Fondo di Risoluzione Unico Europeo per un totale di € 36,5 milioni. Alla fredda accoglienza del mercato ai conti trimestrali si sono aggiunte le parole di Cimbri (Unipol) che gradirebbe un dividendo più generoso: “Non mi pare sull’Everest dei payout guardando al mercato”. “Il bilancio di Bper e un po’ di tutte le banche italiane – ha specificato il numero uno di Unipol, che è azionista forte di Bper- è condizionato dal costo dei salvataggi, non ultima la spesatura dello schema volontario”