Carige mollata da BlackRock. E ora? C’è chi chiede soluzione Intesa-banche venete per evitare nuovo caso risparmio tradito
Ora, la domanda che assilla l’intero sistema bancario italiano è la seguente: che fine farà Carige, dopo il benservito improvviso di BlackRock? Se lo stesso colosso americano del risparmio gestito ha reputato l’investimento nella banca genovese rischioso, quali altre possibilità ci sono per evitare l’ennesimo caso Mps, dunque per trovare una soluzione di mercato, tanto più che di pretendenti, all’orizzonte e almeno fino a ieri, non se ne vedeva neanche l’ombra?
Oggi in realtà non tutto, del dossier Carige, viene dato per scontato. Per lo meno non viene data per scontata la strada della ricapitalizzazione precauzionale, ergo del salvataggio di Stato. D’altronde gli stessi commissari che stanno gestendo la banca posta in amministrazione straordinaria dalla Bce a inizio anno insistono sulla necessità di trovare una soluzione di mercato. Assist in tal senso sono arrivati anche dal governo M5S-Lega.
Nella serata di ieri, lo stesso premier Giuseppe Conte, ai giornalisti, al termine del vertice Ue informale che si è tenuto a Sibiu, in Romania, ha di fatto precisato che “la nazionalizzazione non è all’ordine del giorno, come sapete anche dalla cronaca dei quotidiani finanziari; è all’ordine del giorno invece una soluzione di mercato. E in una soluzione di mercato, se si chiude una porta se ne apre un’altra”. Tra l’altro, ha aggiunto il presidente del Consiglio, “la banca è in una condizione di stabilità e sostenibilità finanziaria, quindi ci sono tutti gli estremi per perseguire con la massima tranquillità una soluzione di mercato”. “Io, come presidente del Consiglio, non sto seguendo direttamente la questione, però sono in vigile attesa”.
Probabilmente l’appunto è stato necessario per chiarire la linea del governo, visto che le parole proferite lo scorso gennaio dal vicepremier 5 stelle Luigi Di Maio avevano alimentato il sospetto che Roma fosse favorevole a una soluzione in stile Mps e, più esattamente, a una Banca di Stato.
A mettere i puntini sulle “i” è stato anche il ministro dell’economia Giovanni Tria: Per il salvataggio “si va avanti per soluzioni private”, ha detto il titolare del Tesoro.
Ma la tensione è alta, anche se il quadro si è fatto meno disperato con l’apertura di UniCredit a una soluzione di sistema e con alcune indiscrezioni, che ora parlano anche dell’interesse di tre fondi stranieri.
FEDERCONSUMATORI: CARIGE NON SI TRASFORMI IN ALTRO CASO RISPARMIO TRADITO
Così intanto l’associazione Federconsumatori commenta gli ultimi sviluppi che hanno interessato la banca ligure, in una nota dal titolo inequivocabile: “Carige: necessario un impegno del sistema bancario e finanziario per trovare una soluzione alla vicenda, per far sì che non si trasformi nell’ennesimo caso di risparmio tradito“.
“La situazione di Carige desta forte preoccupazione, non solo per i risparmiatori ed i lavoratori direttamente coinvolti, ma anche perché rappresenta un duro colpo per una città ed un’intera regione già colpita, l’estate scorsa, da una tragedia che ha profondamente colpito l’economia di quella regione. Per questo è necessario ed urgente trovare una soluzione sul piano industriale e finanziario, di cui si deve fare carico l’intero sistema. Se questo non dovesse realizzarsi è necessario garantire forme di salvataggio che tuteli in primis i risparmiatori. Sarebbe inaudito e intollerabile che a pagare fossero, per l’ennesima volta, i risparmiatori. Questi, una volta depauperati dei propri risparmi, dovrebbero attendere anni di rinvii e decreti attuativi non emanati per rientrarne in possesso, come sta accadendo per i risparmiatori delle banche fallite. Una scena già vista che, temiamo, si trasformerebbe in un fatto esplosivo per l’opinione pubblica e per tutti coloro che ancora aspettano di essere risarciti, oltre che minare ulteriormente il già debole rapporto di fiducia tra risparmiatori e sistema bancario.
SINDACATI A GOVERNO, UILCA: VENGA ATTUATO SCHEMA INTESA SANPAOLO-BANCHE VENETE
Fanno sentire la loro voce, ovviamente, anche i sindacati. In una nota diramata ieri il segretario generale Uilca Massimo Masi sottolinea che “la Uilca esprime forte preoccupazione per quello che è avvenuto stanotte circa la situazione di Carige“. La scadenza fissata dalla Bce per la presentazione delle offerte, già rinviata di un mese, è il 17 maggio. “Chiediamo che la Bce conceda più tempo per cercare un partner – aggiunge Masi – e chiediamo un forte intervento del Governo che ieri si era dichiarato favorevole, viste le dichiarazioni del Ministro Di Maio, alla soluzione BlackRock. Nel caso in cui non si trovi altra soluzione invitiamo il Governo ad attuare lo stesso schema di risoluzione delle Banche Venete. Intervento che deve servire però a mettere in sicurezza Carige per salvaguardare gli interessi della Clientela, il posto di lavoro delle Lavoratrici e dei Lavoratori e l’economia delle zone in cui è presente la Banca. Ci impegneremo anche nel caso di nazionalizzazione perché Carige non perda la caratteristica di Banca locale legata al territorio e affinché non venga smembrata e trasformate in una Banca di investimenti statali”.
Occhio anche alla nota congiunta dei sindacati:
“A seguito della rinuncia da parte di BlackRock a proseguire la trattativa per la ricapitalizzazione di Carige, stamane abbiamo incontrato i commissari, i quali hanno confermato di voler proseguire verso l’individuazione di un partner privato disponibile ad entrare nel capitale sociale della banca, anche in considerazione della disponibilità a sostenere l’azienda, già deliberata dal Consiglio del Fondo Interbancario. In ogni caso ricordiamo che permane tuttora il cosiddetto ‘decreto Carige’, già divenuto legge dello Stato che, oltre a contenere norme precise a tutela dei risparmiatori, prevede, in assenza di partner privati, l’intervento diretto di ricapitalizzazione da parte dello Stato a garanzia della continuità della banca e conseguentemente, dei suoi dipendenti”.
Sullo sfondo, la paura che Carige non sia l’ultima malata del sistema bancario italiano a diventare l’ennesimo zombie a preoccupare il governo di turno. E a proposito di governo di turno, attenzione all’opinione pubblicata sul Sussidiario.net da Mauro Bottarelli, collaboratore fisso del quotidiano Il Riformista e della redazione economico-finanziaria de ilsussidiario.net:
“Carige non è la prima, né sarà l’ultima banca decotta con cui questo Paese dovrà fare i conti. Il problema è avere degli incompetenti totali al governo, un pensionato in servizio attivo a capo della Consob (riferimento all’ex ministro degli Affari europei, Paolo Savona) e, in compenso, un ministero dei Rapporti con l’Ue totalmente assente, stante l’interim fallimentare del primo ministro. Ed ecco i risultati. In meno di sei mesi, ci siamo totalmente isolati in ambito europeo, ci siamo inimicati gli Stati Uniti e abbiamo dato vita a un’alleanza con la Cina che, fino a oggi, ha portato in dote due container di arance da spedire a Pechino. Il tutto, in piena escalation di guerra commerciale fra i due principali players globali e con la nostra economia che resta sopra il pelo dell’acqua della contrazione solo grazie all’export. Una sfilza di errori e idiozie strategiche simili penso che non si riesca a inanellare nemmeno mettendosi d’impegno: il governo del cambiamento ce l’ha fatta, chapeau”.