Unicredit si prepara a uscire da Fineco, cosa cambierà?
Unicredit si prepara a uscire da FinecoBank. Le due banche hanno infatti approvato una serie di azioni e procedure per assicurare a Fineco di poter operare come società pienamente indipendente dal punto di vista regolamentare, di liquidità ed operativo nel caso di uscita di Unicredit dal capitale. Insomma, l’istituto guidato da Jean Pierre Mustier intende mettere in vendita una quota significativa della sua banca multicanale per uscire definitivamente dal capitale. Secondo alcune indiscrezioni raccolte da Il Sole 24 Ore, la partecipazione si aggirerebbe intorno al 10-15% e potrebbe portare a un’elevata plusvalenza nelle sue casse. Nell’estate del 2016, Unicredit aveva ceduto già altre due quote.
L’impatto per Fineco
Attualmente, spiega la nota diffusa oggi, Fineco beneficia di limitate sinergie con il resto del gruppo. “In caso di completa indipendenza – si legge – Fineco sarebbe in grado di concentrarsi pienamente sul proprio sviluppo strategico e sulle proprie prospettive di crescita autonoma”. E assicurano: l’operazione “non avrebbe implicazioni sul modello di business di Fineco né sui clienti e, inoltre, non comporterebbe nessun impatto significativo sul suo solido profilo di capitale e liquidità, né sulla sua redditività”.
Guardando più da vicino, ecco cosa emerge. Fineco potrà continuare ad utilizzare la sua denominazione e marchio distintivo pur se di proprietà di Unicredit. L’accordo raggiunto tra le due prevede infatti l’opzione per la banca multicanale di acquistare il marchio in futuro, sulla base di una serie di finestre stabilite fino al 2032. Inoltre l’istituto di piazza Gae Aulenti continuerà a fornire determinati servizi a Fineco per un certo periodo di tempo, inclusi l’accesso agli ATM e servizi amministrativi. Quindi nulla dovrebbe cambiare per i clienti Fineco.
A livello di bilancio, Unicredit concederà delle garanzie finanziarie a Fineco, che detiene attualmente circa 8,3 miliardi di euro di sue obbligazioni in portafoglio, al fine di garantire le esposizioni al rischio di credito fino alla scadenza naturale dei bond nel 2024. Di conseguenza, “l’assorbimento in termini di attivo ponderato e il rispetto dei limiti di concentrazione del rischio per Fineco rimarranno sostanzialmente inalterati anche a seguito di una potenziale uscita futura dal gruppo Unicredit”, assicurano. Fineco dunque ha confermato la sua strategia di investimento della liquidità, senza impatti significativi attesi sulla sua redditività.
Infine, il consiglio di amministrazione di Unicredit si è impegnato a rinunciare a qualsiasi diritto amministrativo a nominare o revocare il board di Fineco. Inoltre, gli accordi prevedono delle previsioni standard di cambio di controllo a seguito dell’acquisizione del controllo di Fineco da parte di alcuni concorrenti italiani ed europei. Chi saranno? Ancora non si conoscono i nomi dei possibili interessati ad entrare nella banca multicanale.
Conti trimestrali in crescita per Fineco
Nell’attesa di conoscere gli sviluppi della vicenda, Fineco ha diffuso i conti relativi al primo trimestre. Nel periodo gennaio-marzo la banca guidata da Alessandro Foti ha registrato un utile netto pari a 62,6 milioni, in aumento del 6,1% rispetto a un anno fa e in diminuzione del 4,6% rispetto al risultato di periodo registrato nel quarto trimestre 2018 di 65,6 milioni. I ricavi sono cresciuti dell’1,8% a 158,2 milioni trainati dall’area Investing (+15%), superando le aspettative del mercato ferme a 157,5 milioni. Nel primo trimestre dell’anno, la raccolta è stata pari a 1,711 miliardi (+3%), confermandosi solida, di grande qualità e ottenuta senza fare ricorso a politiche commerciali di breve periodo. La società indica inoltre che nei primi tre mesi dell’anno sono stati acquisiti 30.602 nuovi clienti (+2%), mentre il numero dei clienti totali è di circa 1.299.000, in crescita del 6,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.