Alitalia, Atlantia sì o no? Di Maio: se entrate nessun favore a Autostrade. AD Castellucci: ‘troppi fronti aperti’
Alitalia: Atlantia sì o Atlantia no? Una risposta chiara non arriva ancora. Il ministro dello Sviluppo economico e vicepremier Luigi Di Maio è tornato ad affrontare il caso nel fine settimana, nel corso di diverse trasmissioni, dopo che il termine per la presentazione delle offerte è stato prorogato al prossimo 15 giugno. Su Alitalia “varie manifestazioni di interesse stanno arrivando, ma non ci è arrivato ancora niente di formale”, ha detto il leader del M5S a “non è L’arena su La 7”.
Dopo la proroga dei termini per avanzare le offerte “al 15 giugno si deve chiudere il piano industriale, per poi avviare la procedura antitrust e le consultazioni sindacali”, ha sottolineato Di Maio, aggiungendo:
“La mia idea su Alitalia è rilanciamola. Il futuro di questa compagnia è il lungo raggio”.
Il vicepremier ha tuttavia anche precisato: ma “metterci altri soldi in Alitalia no: abbiamo già i soldi del prestito ponte, li convertiamo e compriamo delle azioni”.
A Mezz’Ora in più di Luigi Annunziata, Di Maio ha sottolineato, anche, che “semplicemente questa su Alitalia è una operazione di mercato e dunque se riusciamo a chiuderla con FS, Delta, Mef ed un altro soggetto che non siano le concessionarie autostradali bene. Se poi i concessionari vogliono entrare, non si illudano di comprare così il silenzio del Governo sulla revoca della concessione autostradale”.
“Io sono contrario al fatto che se Atlantia vuole entrare in Alitalia lo faccia per evitare che la commissione del Ministero dei Trasporti gli revochi le concessioni. Se ci sono concessionari autostradali che vogliono entrare non si possono illudere che possano comprarsi il silenzio sul Ponte Morandi”.
Le opposizioni incalzano intanto il governo riguardo al rapporto con la famiglia Benetton. In particolare Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia si è chiesta se per caso Alitalia diventerà Alitlantia, ricordando come “i Benetton e Atlantia dovevano essere puniti per la tragedia del ponte Morandi con la revoca delle concessioni autostradali”, mentre invece ora si apprende che “il governo, dopo mesi di inutili tentativi di trovare una soluzione per Alitalia, ammette di stare trattando con loro per farli entrare nel capitale della Compagnia di bandiera”.
Intanto, a chiarire la posizione di Atlantia è lo stesso amministratore delegato Castellucci, che al quotidiano La Stampa precisa:
“La posizione di Atlantia non è cambiata in alcun modo rispetto a quella da me espressa in occasione dell’assemblea della società il 18 aprile scorso, e ribadita il 2 maggio. Siamo naturalmente interessati alle sorti di Alitalia, in quanto controlliamo la società che gestisce l’hub di riferimento della compagnia (Aeroporti di Roma, ndr), ma in questa fase abbiamo troppi fronti aperti per poter intervenire nella newco Alitalia”, dice il manager assicurando che «non esiste alcun consulente della nostra società al lavoro sul tema».
Castellucci, prosegue il quotidiano, “si riferisce nel dettaglio a tre fronti: la revoca delle concessioni, la revisione dei pedaggi e lo stop all’investimento da 5 miliardi sulla Gronda di Genova. Tutti punti che rendono complicata la partita. Fonti al corrente del dossier spiegano che ciò che vorrebbe Atlantia è la normalizzazione dei rapporti col governo, dopo i duri attacchi che vanno avanti dallo scorso agosto, col crollo del ponte Morandi. Per ora dunque la partita resta in alto mare, in attesa di qualche mossa da parte della politica. Allo stato attuale il consorzio è composto da Ferrovie dello Stato al 30%, il Tesoro al 15%, Delta con un altro 15% e probabilmente il fondo QuattroR con il 10%. La parte restante potrebbe essere quella di Atlantia, sempre che i Cinque Stelle digeriscano questa opzione. L’investimento sarebbe di circa 220-200 milioni“.