Benzina sfonda i 2 euro al litro in autostrada, esposto Codacons per aggiotaggio
Nuovi record assoluti per i prezzi della benzina in Italia. Le quotazioni del petrolio, salite ai massimi a oltre 6 mesi (oggi il Brent è salito ancora superando i 75 dollari al barile) non possono spiegare da soli i rincari alla pompa visto che ai massimi storici alla pompa non corrispondono analoghi massimi assoluti delle quotazioni del petrolio.
Il ponte pasquale seguito da quello tra 25 aprile e 1 maggio ha spinto i gestori ad approfittarne con rincari record soprattutto lungo la rete autostradale. L’Osservatorio carburanti del ministero dello Sviluppo Economico ha certificato che la benzina ha toccato punte di oltre 2 euro al litro in varie stazioni di servizio lungo la rete autostradale della penisola. In particolare, sulla A1, nell’area di servizio di San Pietro, a Napoli, il sevito di benzina ha toccato i 2,071 euro. Anche nella zona di Milano – stazione di San Zenone Est – si è sfondata quota 2 euro al litro di benzina.
L’aumento dei prezzi dei carburanti degli ultimi giorni finirà all’attenzione della magistratura. Il Codacons infatti ha presentato un esposto a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia in cui si chiede di aprire indagini su tutto il territorio per la possibile fattispecie di aggiotaggio. “Crediamo ci siano gli estremi per una indagine da parte della magistratura volta ad accertare la correttezza dei rincari dei listini di benzina e gasolio che si stanno susseguendo negli ultimi giorni – spiega il Codacons – In particolare alle Procure chiediamo di verificare se gli aumenti dei prezzi dei carburanti delle ultime ore configurino possibili speculazioni legate alle partenze degli italiani per i ponti del 25 aprile e 1 maggio, in considerazione dei maggiori consumi di benzina e gasolio da parte di chi si sposta per raggiungere mete di villeggiatura”.
I rincari dei listini alla pompa, prosegue l’associazione, appaiono eccessivi e troppo veloci, produrranno una stangata complessiva da oltre 110 milioni di euro a carico delle famiglie in viaggio su strade e autostrade e non sembrerebbero giustificati dall’andamento del petrolio, considerato che il carburante venduto oggi è stato acquistato dalle compagnie petrolifere quando le quotazioni della materia prima erano sensibilmente inferiori.