Bankitalia: Italia fuori da recessione, in primo trimestre Pil in crescita +0,1%
Italia fuori dalla recessione? Per Bankitalia sembra proprio di sì. Bankitalia stima infatti che nel primo trimestre del 2019 il Pil italiano sia cresciuto dello 0,1% circa, a conferma di come l’istituto ritenga che il paese sia uscito dalla recessione in cui è scivolato a fine 2018, quando ha sofferto due trimestri consecutivi di contrazione della crescita.
Un assist è arrivato sicuramente dalla produzione industriale, che è salita su base mensile sia a gennaio che a febbraio. E “le nostre stime indicano che questa crescita (della produzione industriale) è continuata a marzo“.
Così si legge nel bollettino trimestrale dell’istituzione:
“Secondo le indicazioni più recenti l’attività economica in Italia avrebbe lievemente recuperato all’inizio di quest’anno, dopo essere diminuita nella seconda metà del 2018. La debolezza congiunturale degli ultimi trimestri rispecchia quella osservata in Germania e in altri paesi dell’area. Le aziende intervistate nell’indagine della Banca d’Italia indicano condizioni sfavorevoli per la domanda corrente, in particolare quella proveniente dalla Germania e dalla Cina, ma prevedono un contenuto miglioramento nei prossimi tre mesi“.
Un altro aiuto importante arriva inoltre anche dall’export, a dispetto dei timori sull’escalation del protezionismo che sono stati innescati dalla presidenza, negli Stati Uniti, di Donald Trump.
“E’ rimasto favorevole l’andamento delle esportazioni italiane, cresciute nell’ultima parte del 2018 a ritmi sostenuti nonostante la contrazione del commercio mondiale”.
Certo, “gli indici qualitativi confermano che sulle prospettive gravano le incertezze del contesto globale. Il saldo di conto corrente si mantiene ampiamente in avanzo e la posizione netta sull’estero del Paese è solo lievemente debitoria”. Inoltre, “all’inizio dell’anno gli investitori non residenti sono tornati ad acquistare titoli pubblici italiani”.
Tra le altre cose, il Bollettino economico di Bankitalia mette però in evidenza anche tutte le difficoltà in cui l’economia italiana si imbatte. Tra queste, la crescita “contenuta” del credito alle imprese.
Nessun vero e proprio allarme credit crunch, visto che “l’aumento dei rendimenti obbligazionari sui mercati finanziari italiani registrato lo scorso anno si sta trasmettendo molto gradualmente alle condizioni del credito, grazie all’abbondante liquidità e alle buone condizioni patrimoniali degli intermediari”.
Tuttavia, “dai sondaggi qualitativi emergono segnali di irrigidimento, riconducibili sia al peggioramento del quadro macroeconomico sia all’aumento dei costi di provvista”.
Il risultato è che “nei tre mesi terminati in febbraio i prestiti al settore privato non finanziario sono cresciuti dell’1,3 per cento, correggendo per i fattori stagionali e in ragione d’anno”.
“La debolezza della crescita del credito – spiega Palazzo Koch – è da ricondurre principalmente a quella dei prestiti alle società non finanziarie, a fronte di una dinamica più robusta dei finanziamenti alle famiglie, sia nel comparto dei mutui sia in quello del credito al consumo. L’incremento dei prestiti alle imprese è stato pressoché nullo sui dodici mesi. Il brusco rallentamento rispetto alla fine dello scorso anno è da ricondurre in larga parte a un effetto base connesso con l’elevato flusso registrato a gennaio del 2018; il peggioramento è stato diffuso fra i comparti di attività economica e più marcato per le società di minore dimensione”.