Riforma copyright: via libera ufficiale dell’Ue, attuazione entro due anni ma l’Italia ha votato contro
Possibilità e non più obbligo di stringere accordi tra editori di stampa e piattaforme per farsi pagare l’utilizzo dei contenuti e gli utenti che caricano materiale on line protetto da copyright non autorizzato non saranno più responsabili, mentre lo saranno grandi piattaforme come YouTube e Facebook. Queste alcune delle nuove regole in vigore grazie al via libera da parte del Consiglio dell’Unione europea sulla direttiva sul copyright, che riforma le regole europee sul diritto d’autore. Il voto del Consiglio è arrivato dopo l’approvazione della riforma da parte del Parlamento Europeo, lo scorso 26 marzo della medesima direttiva, ed è l’ultimo passaggio prima dell’entrata in vigore della riforma.
Perchè l’Italia ha votato contro
Il testo ha ottenuto la maggioranza qualificata: 19 i sì, 6 i contrari e 3 gli astenuti. A votare contraria l’Italia insieme a Svezia, Finlandia, Polonia, Olanda e Lussemburgo. Astenuti Slovenia, Estonia e Belgio.
L’Italia e le altre contrarie considerano la riforma un passo indietro perché non assicura il giusto equilibrio tra protezione dei diritti e interessi dei cittadini e delle aziende e perché avrà un impatto negativo sulla competitività nel mercato unico digitale europeo.
Riforma copyright: le novità più importanti
Tra le novità più importanti della riforma sul copyright troviamo quella che dà la possibilità, e non l’obbligo, agli editori di stampa di negoziare accordi con le piattaforme per farsi pagare l’utilizzo dei loro contenuti. In sostanza creatori ed editori di notizie potranno negoziare un equo compenso con i giganti del web. Google e altre piattaforme online dovranno così firmare accordi di licenza con musicisti, artisti, autori, editori di notizie e giornalisti per utilizzare i loro contenuti online. Gli utenti non rischiano più sanzioni per aver caricato materiale protetto da copyright non autorizzato, ma la responsabilità ricadrà sulle grandi piattaforme. Non solo. YouTube di Google, Instagram di Facebook e altre piattaforme di condivisione dovranno installare anche filtri per impedire agli utenti di caricare materiali protetti da copyright. Obbligatori anche meccanismi rapidi di reclamo, gestiti da persone e non da algoritmi, per presentare ricorso contro un’ingiusta eliminazione di un contenuto.
Le reazioni dal mondo politico
“Sono molto contento che abbiamo ottenuto un testo bilanciato, creando molte opportunità per il settore creativo europeo, che rifletterà meglio la nostra diversità culturale, e per gli utenti, la cui libertà di espressione su internet sarà consolidata” commenta Valer Daniel Breaz, ministro rumeno della cultura e presidente di turno del Consiglio Ue. “Con l’accordo di oggi rendiamo le regole del copyright adatte all’era digitale. L’Europa avrà ora regole chiare che garantiscono equa remunerazione ai creatori, diritti per gli utenti e responsabilità per le piattaforme. La riforma era il pezzo mancante del completamento del mercato unico digitale”, ha commentato il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker. “Ora che la riforma del copyright è stata adottata da tutte le istituzioni europee, facciamo appello agli stati membri perché la attuino rapidamente”, perché “non c’è tempo da perdere”. Così il presidente dell’Enpa Carlo Perrone dopo l’ok finale dei 28 alla nuova direttiva sul diritto d’autore. Le misure erano già state approvate dal Parlamento europeo e con il passaggio finale dato dagli stati membri, i governi di ogni paese, anche di chi ha votato contro, avranno due anni per attuare le leggi a livello nazionale.