Notiziario Notizie Italia Carlo Messina, il banchiere a favore reddito cittadinanza: ‘investire in problemi sociali o non ci sarà futuro’

Carlo Messina, il banchiere a favore reddito cittadinanza: ‘investire in problemi sociali o non ci sarà futuro’

11 Aprile 2019 13:23

Il governo M5S-Lega ha avuto ragione a “dare priorità alla situazione sociale in cui versa il paese”. In un’intervista rilasciata al Financial Times, il numero uno di Intesa SanPaolo Carlo Messina dà un chiaro assist a quelle politiche economiche dell’esecutivo giallo-verde che vengono invece criticate a livello globale, con cadenza quasi quotidiane. D’altronde, afferma, i dati ufficiali mostrano che il numero degli italiani che vivono in condizioni di assoluta povertà è salito al 7% della popolazione.

Di conseguenza, sottolinea il manager, “la vera priorità è che abbiamo bisogno di investire in questi problemi sociali, altrimenti, non avremo un futuro”.

Messina si era già detto favorevole in passato alla misura bandiera del M5S, il reddito di cittadinanza,  che aveva definito “un segnale nella direzione positiva contro le diseguaglianze”.

Carlo Messina si dice favorevole anche alla decisione del governo di di mettere a disposizione dei risparmiatori retail truffati nelle precedenti crisi bancarie 1,5 miliardi di euro per i risarcimenti. “L’Ue deve capire che ci deve essere un risarcimento”, sottolinea. A tal proposito, da segnalare le dichiarazioni del premier Giuseppe Conte sul decreto banche, che non è stato ancora varato. Così il presidente del Consiglio, in un colloquio con i quotidiani La Stampa e Repubblica:

“Accusare il governo di ritardi è un paradosso. Abbiamo messo a disposizione un miliardo e mezzo per i rimborsi. Ho incontrato i rappresentanti di tutti i risparmiatori proprio perché vogliamo dialogare. Siamo in dirittura finale e io stesso li ho invitati a suggerire le fattispecie che serviranno a rendere tipizzati gli illeciti per facilitare la liquidazione degli indennizzi anche per le richieste che verranno sottoposte al vaglio della commissione tecnica”.

Tornando a Carlo Messina, sul trend dell’economia italiana, vittima di ripetuti downgrade degli ultimi giorni arrivati con il Def e i vari alert lanciati dall’Fmi, l’AD della banca italiana si è mostrato più possibilista. A suo avviso, infatti, il Pil italiano recupererà nel secondo semestre di quest’anno, con le aziende che tornano a investire di nuovo dopo le elezioni europee di maggio.

Detto questo, viene riconisciuta la necessità – di cui hanno parlato diverse istituzioni – di tagliare il debito monstre italiano, che ammonta a 2,5 trilioni di euro.

Nel commentare poi quelli che la stampa italiana ha definito attacchi, da parte del governo, nei confronti di Bankitalia, il dirigente ha detto di “non essere convinto” che Roma sia “contro queste istituzioni”, e ha mostrato tutta la sua fiducia nella figura del presidente Sergio Mattarella.

“In ogni caso abbiamo Mattarella, che è il vero punto di equilibrio del paese”.

Sull’iniziativa della Nuova Via della Seta promossa e lanciata dal governo, Messina ha detto che Intesa Sanpaolo ha siglato un accordo che potrebbe portarla ad aprire una boutique finanziaria o una divisione di private banking in Cina. “Ma in termini di sicurezza – ha detto – il posto dell’Italia è con gli Usa e nella Nato”.

Su come ridurre il debito pubblico, il Sussidiario.net ha riportato qualche giorno fa che, nel lanciare l’alert sulla necessità di tagliare il debito pubblico, Messina non abbia indicato né la patrimoniale né le privatizzazioni come soluzioni strumentali. Il suo suggerimento è “utilizzare il risparmio privato, che rimane una grande ricchezza-Paese”.

“Andrebbe quindi rafforzato – si legge nell’articolo del Sussidiario – e reso strutturale il format dei Pir, i piani individuali di risparmio partiti un po’ in sordina nel tentativo di convogliare il risparmio delle famiglie verso il finanziamento di mercato delle imprese italiane. In estrema sintesi: i Pir potrebbero ‘catturare’ sul mercato il risparmio ormai poco attratto dai Btp e attirarlo su cartolarizzazioni dei beni pubblici o altre forme di impiego utile a sostituire debito pubblico tout court, tagliandolo dalla contabilità Ue”.