Brexit: Consiglio Ue concede rinvio a 31 ottobre, Macron isolato teme UK impedimento a Rinascimento europeo
Ma perchè l’Unione europea deve accollarsi i problemi interni al Regno Unito? E’ riassunto tutto qui il motivo per cui la Francia di Emmanuel Macron ha continuato, anche nella riunione di emergenza del Consiglio Ue che si è tenuta nella serata di ieri, a puntare i piedi contro l’opzione di acconsentire a un‘estensione lunga dell’Articolo 50, per permettere a Londra di avere il tempo a disposizione per divorziare dal blocco europeo in modo ordinato. Alla fine, il Consiglio europeo capitanato da Donald Tusk ha deciso di accordare agli UK un rinvio della data Brexit dal 12 aprile – a cui la data di uscita era stata già spostata, dal 29 marzo precedente -fino al 31 ottobre. Un rinvio dunque di sei mesi. Comunque, un rinvio lungo.
Il Consiglio ha comunque optato per la Flextension, nuovo termine entrato a far parte del vocabolario della Brexit, ovvero per una estensione flessibile. I leader europei hanno precisato infatti che il Regno Unito potrà lasciare l’Unione anche prima del 31 ottobre, nel caso in cui il Parlamento dovesse riuscire a ratificare il Withdrawal Agreement, ovvero l’accordo sui termini del divorzio che la premier britannica Theresa May ha raggiunto con Bruxelles lo scorso novembre, e che Westminster ha bocciato per ben tre volte.
A giugno verrà fatto il punto della situazione, in occasione del summit europeo previsto per il 20-21 del mese.
Tra le condizioni imposte al Regno Unito dall’Europa, quella dell’obbligo di partecipare alle elezioni europee che si terranno alla fine di maggio. Nel caso in cui non volesse partecipare, il paese sarà costretto a lasciare l’Ue il 1° giugno, anche in assenza di un via libera del Parlamento al Withdrawal Agreement (dunque lascerà con un no-deal Brexit o Hard Brexit).
La riunione del Consiglio Ue è stata caratterizzata da momenti di alta tensione, che hanno visto protagonista il presidente francese Emmanuel Macron, “isolato” – così come scrive il Guardian – dagli altri leader europei.
Macron ha irritato i suoi colleghi, con il tentativo di bloccare una lunga estensione dell’Articolo 50 di 9-12 mesi, che inizialmente era stata l’opzione preferita del Consiglio. L’irritazione, riporta il Guardian, è stata tale che il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker a un certo punto è sbottato, affermando che l’opposizione di Macron ha significato che “siamo qui soltanto per risolvere i problemi interni della Francia”. I funzionari tedeschi si sono detti, inoltre, “molto irritati” con Macron.
Ma il presidente francese ha ripetuto che nulla è scontato e che, anzi, la soluzione di un no-deal Brexit è preferibile a qualsiasi opzione dovesse ostacolare il funzionamento efficiente delle istituzioni europee.
“Non vogliamo importare in Ue la crisi politica britannica”, ha spiegato un funzionario dell’Eliseo.
Il pensiero di Macron sulla Brexit è tutto riassunto in un tweet che il presidente ha postato: “la cosa essenziale è che non ci deve essere nulla che comprometta il progetto europeo. Abbiamo un Rinascimento europeo da portare avanti, in cui credo molto profondamente, e non voglio che la questione della Brexit ci blocchi a questo punto”.
Dal canto suo, la premier britannica Theresa May ha impiegato un’ora per cercare di convincere i leader Ue sulla necessità di una proroga dell’Articolo 50. La sua richiesta, nello specifico, di ottenere un rinvio fino al prossimo 30 giugno, non è stata accolta. Ma May stessa ha precisato di non essere contraria a una estensione più lunga, a patto che il Regno Unito possa lasciare prima in caso di approvazione, da parte del Parlamento UK, dell’accordo di divorzio dall’Ue.
Commenti discordanti sulla Brexit continuano ad arrivare. Mentre un funzionario francese ha ribadito che uno scenario di no-deal Brexit rimane in piedi, il commissario Ue al bilancio Gunther Oettinger ha detto che è tuttora possibile una ulteriore estensione oltre a quella appena accordata, aggiungendo che altre opzioni rimangono il secondo referendum e le elezioni anticipate.
Il premier olandese Mark Rutte ha escluso invece l’ipotesi di un ulteriore rinvio oltre il 31 ottobre..
Così intanto il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker ha commentato il verdetto del Consiglio europeo: “L’Unione europea potrà riunirsi senza il Regno Unito, per il tempo in cui gli UK rimarranno paese membro del blocco”. Juncker si è detto anche sicuro del fatto che Londra rispetterà gli impegni presi con l’Ue, e ha aggiunto di essere ‘curioso’ di vedere se il paese indirà le elezioni europee”. Detto questo, ha avvertito: “le regole sono regole”.
Dal canto suo, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha commentato l’accordo, affermando che “la Germania si batte per una Brexit ordinata, in quanto si tratta di salvaguardare i nostri propri interessi”. Ancora, Merkel ha definito la riunione del Consiglio “molto intensa”, precisando tuttavia che, fondamentalmente, “è stata una buona serata che ha mostrato l’unione dell’Europa”.
Londra, ha sottolineato, “è pronta a partecipare alle elezioni europee, nel caso in cui non riuscisse a dare il via a un’uscita ordinata entro il prossimo 22 maggio”.