Italia prova a uscire subito da recessione, ma Confcommercio avverte: inversione tendenza lontana
Sorpresa produzione industriale per l’Italia. La cresciuta anche a febbraio, con un +0,8% m/m rispetto al -0,5% atteso, pone le basi per un rimbalzo dell’economia nel primo trimestre dell’anno. Il dato sul Pil del primo triemstre arriverà a fine mese (30 aprile).
L’Istat ha certificato che la produzione industriale è salita anche a febbraio, di +0,8% m/m dopo il +1,9% m/m di gennaio (rivisto al rialzo di due decimi). Il consensus era di una correzione di -0,5% dopo il balzo del mese precedente.
Il rimbalzo su base congiunturale è trainato per il secondo mese dai beni di consumo: +3,2% m/m dopo il +2,6% precedente, soprattutto non durevoli. Paolo Mameli, Senior Economist di Intesa Sanpaolo, rimarca come tale dato alza le prospettive per il PIL nel 1° trimestre, che potrebbe tornare in territorio lievemente espansivo. “Tuttavia, difficilmente si andrà oltre lo 0,2% in media d’anno, perché la correzione nell’industria potrebbe essere rimandata al trimestre primaverile”, precisa l’esperto di Intesa Sanpaolo che già prima del dato odierno, a differenza della maggior parte degli altri previsori, non stimava per l’Italia un terzo calo consecutivo del PIL in termini congiunturali.
Confcommercio non si fa prendere dall’entusiasmo
“Tra gli elementi positivi vi è il recupero legato ai beni di consumo non durevoli, anche se è difficile attribuirvi il senso di un’inversione di tendenza considerato il forte calo della fiducia delle famiglie in atto da alcuni mesi”, rimarca l’Ufficio Studi Confcommercio ai dati Istat sulla produzione industriale del mese di febbraio. “Nel frattempo – prosegue Confcommercio – il Def, in linea con le previsioni delle istituzioni italiane e internazionali, traccia per l’anno in corso uno scenario di stagnazione. La presa d’atto della difficile condizione del sistema produttivo, assieme alla riduzione delle aspettative sull’efficacia dei provvedimenti di ridistribuzione in termini di crescita – conclude la nota – sono un primo passo in termini di maggiore credibilità dell’azione di governo, che potrebbe portare benefici a breve termine sui rendimenti dei titoli sovrani”.